La casa più sgargiante del Ticino? È quella del signor Shkelzen Kamorai. Tanti lo imitano, e il Cantone vuole introdurre paletti. Ma per i proprietari «serve un mondo più colorato».
CADENAZZO - La casa più sgargiante del Ticino? È quella del signor Shkelzen Kamorai, 40 anni, a Cadenazzo in via Monteceneri 41: un fucsia accesissimo che è stato accolto come «un pugno nell'occhio» dai residenti, inizialmente. «Dopo un po' però ci si fa l'abitudine» assicurano i vicini di casa. «Esiste la libertà individuale, no? Il Comune ha dato l'ok, che problema c'è ancora? Chi si lamenta ha una mentalità vecchia, il futuro è un mondo più colorato» commenta il proprietario.
Questione aperta - Il popolo del web gli dà ragione: il 78 per cento dei partecipanti a un sondaggio lanciato su Tio.ch preferirebbe vivere in un quartiere multicolore. Il dibattito si è riacceso, nei giorni scorsi, dopo il caso di un cittadino di Bienne costretto dal Municipio a ridipingere la propria casa perché «troppo sgargiante». A Cadenazzo la questione è aperta: nella prossima seduta del Consiglio comunale si voterà un messaggio che vuole limitare la scelta cromatica per le abitazioni del nucleo storico.
Il Cantone al lavoro - «Non abbiamo posizioni preconcette, se la popolazione vorrà introdurremo una regolamentazione più restrittiva, altrimenti no» spiega il sindaco Marco Bertoli. Anche il Cantone sta riflettendo sul da farsi. «C'è una sempre maggiore sensibilità al tema dei colori. Negli scorsi mesi abbiamo avuto incontri interni con esperti in materia per elaborare iniziative di sensibilizzazione, rivolte ai Comuni e ai cittiadini» spiega l'architetto Paolo Poggiati del Dipartimento del Territorio. Se si andrà nella direzione di Zurigo e Basilea, che hanno introdotto una gamma cromatica ferrea per i centri storici, è «presto per dirlo», conclude l'architetto.
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