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La salma del giovane comasco resta a Locarno a disposizione delle autorità ticinesi impegnate nelle indagini
COMO/BELLINZONA - Fra lo strazio e l’incredulità la famiglia del giovane comasco deceduto giovedì notte a Bellinzona travolto da un treno riesce ad avere buone parole. I genitori del 20enne sono grati a chi fin dai primi minuti dopo la tragedia gli è stato vicino, i soccorritori e gli agenti di polizia italiani e ticinesi.
Come si può leggere su La Provincia di Como, i coniugi di Sagnino non vogliono raccontare l’amore per il figlio, perché «in poche frasi, con qualche riga, con i cuori gonfi di tristezza temono il rischio di banalizzare, di drammatizzare la vita del loro ragazzo».
Quello che però vogliono dire a chiare lettere è «un grazie alle forze dell’ordine, italiane e alla polizia cantonale, e insieme a loro ai soccorritori. Perché sono stati davvero tutti gentili, ci hanno aiutato con tatto e delicatezza. Sono venuti a prenderci all’alba a casa, ci hanno scortato oltre confine, con la polizia cantonale ticinese c’erano volontari che ci hanno sostenuto moralmente e che quando si sono accorti che il dolore era troppo forte anche solo per guidare l’auto, si sono messi al volante al posto nostro».
La salma resta a Locarno a disposizione delle autorità ticinesi impegnate nelle indagini. Deve ancora essere fissata la data del funerale, tutto dipenderà dai tempi della magistratura.
Il giovane comasco, diplomato all’Istituto Da Vinci di Como, era un abile fumettista con la passione per lo skateboard. Era alla ricerca di un lavoro e aveva il sogno di andare in Irlanda. I suoi amici lo descrivono infatti come un ragazzo che voleva vedere il mondo e viaggiare. Secondo di due fratelli, con origini sudamericane, è arrivato a Como e qui è cresciuto circondato dall'affetto di tante persone.
