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CANTONETrump e Obama? «Due facce della stessa medaglia»

04.02.17 - 08:04
Graziano Pestoni: «Tra democratici e repubblicani cambia poco. Globalizzazione in atto spietata. Forse con Trump si apre finalmente in Europa riflessione seria»
Foto d'archivio (Tipress)
Graziano Pestoni
Graziano Pestoni
Trump e Obama? «Due facce della stessa medaglia»
Graziano Pestoni: «Tra democratici e repubblicani cambia poco. Globalizzazione in atto spietata. Forse con Trump si apre finalmente in Europa riflessione seria»

BELLINZONA - «Premetto: non sono un trumpiano». Graziano Pestoni non vuole essere frainteso. In nessun caso. E vuole sgombrare il campo da ogni dubbio: «Non sono d'accordo con la decisione di Trump» - sottolinea - ma da uomo di sinistra non ci sta ad accodarsi al coro di voci che gridano allo scandalo per l'ordine esecutivo che ferma l'ingresso negli Stati Uniti di tutti i rifugiati e blocca l'ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen. Secondo Graziano Pestoni, economista e presidente dell'Unione Sindacale Svizzera (USS) di Ticino e Moesa, Donald Trump non rappresenta altro che la continuazione di una politica imperialista e liberista iniziata negli anni '70 negli Stati Uniti e, di riflesso, nei suoi stati "vassalli" d'Europa. E sorride quando vede i media meanstreaming ampliare fino allo sfinimento le manifestazioni agli aeroporti, gli appelli alla resistenza e il timore della fine della democrazia americana. «Scusate, ma perché i predecessori di Trump, come Obama e Clinton, pensate che non abbiano espulso stranieri e costruito il muro con il Messico? Pensate che siano portatori di un modello economico diverso da quello di Trump? La differenza è che il meanstreaming non ne parlava, ora sì». I media sotto accusa? «Non sono diversi da altri gruppi di potere economici esistenti nel sistema capitalistico. Come tutti, anche loro hanno i loro interessi ed evidentemente, con Obama, guadagnavano alla grande. Ora che vedono in pericolo i loro interessi, reagiscono e tendono a screditare Trump e la sua politica, perché potrebbero essere nocivi nei loro confronti».

Pestoni, però, lo vuole ribadire: «non sono un fan di Trump» E lo sottolinea, affermando che «non c'è molta differenza tra la politica dei democratici di Obama e quella dei repubblicani. In questo caso c'è una differenza di stile. Obama si presentava bene, era simpatico e ha fatto tante promesse, che non ha mantenuto. Ad iniziare da Guantanamo. Aveva promesso di chiuderla, e alla fine del suo mandato non è riuscito neppure a svuotarla».

Per Pestoni, però, non tutto il male viene per nuocere. «Con la politica di Trump, l'Europa dovrebbe, anziché gridare allo scandalo, aprire una discussione e una riflessione seria su questa globalizzazione, che non ha per nulla portato benefici alle classe dei lavoratori, anzi», continua Pestoni, che aggiunge: «La globalizzazione, questa globalizzazione in atto è spietata, mette i lavoratori di tutto il mondo uno contro l'altro e non fa altro che estendere forme di sfruttamento che hanno riportato le lancette del tempo al medio evo». E allora la speranza, non tanto celata, è che grazie a Trump vengano affossati definitivamente il Tisa e il Ttip, accordi internazionali di libero scambio che, secondo Pestoni e la sinistra radicale peggiorerebbero la qualità di vita di milioni di lavoratori dipendenti e affosserebbe il servizio pubblico. «Attenzione, ciò non vuol dire che Trump sia un benefattore della classe operaia. Ciò che può succedere è che con la sua politica si metta in discussione il neo-liberismo e vi sia la possibilità di ridiscutere su una globalizzazione dominata dai paesi imperialisti». Sì, rispondiamo noi, ma la globalizzazione non ha permesso ad ampi strati di popolazioni di molti paesi emergenti di vedere migliorate le proprie condizioni materiali? «Ma no, assolutamente no. Questa globalizzazione è servita alle grandi multinazionali per andare a produrre oggetti per l'esportazione a basso prezzo, che servono a noi paesi ricchi, esportando un modello economico basato sullo sfruttamento. E non è servita, invece, a creare condizioni tali da garantire una produzione locale che potesse garantire una ridistribuzione dei redditi e del benessere, con condizioni di lavoro dignitose. Quando dico così, non intendo che si debba rimettere il filo spinato alle frontiere. Dico solo che non è giusto che i Paesi dominanti continuino a dettare regole su quelli più deboli. Faccio un esempio che riguarda la produzione di latte. La Germania, potenza produttrice di livello mondiale, ha spinto a livello europeo affinché si cambiassero i parametri di produzione in Grecia. Ciò ha permesso di invadere il mercato greco di latte tedesco, a prezzi bassissimi, mettendo così in ginocchio i produttori locali. E a lei questa globalizzazione sembra giusta?»

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COMMENTI
 

saxicola 7 anni fa su tio
Credo che il signor Pestoni non abbia capito molto la situazione negli USA.. La globalizzazione con questo presidente non subirà uno stop, anzi. La globalizzazione sarà finalizzata agli interessi di un clan, anzi due e l'Europa sarà la prima a pagare il prezzo... La Grecia sta pagando un prezzo pesantissimo in conseguenza di decenni di malgoverno e di una totale mancanza di senso civico in quel paese. Nessuno ha pagato le tasse per lungo tempo laggiù..

Lowenstein 7 anni fa su tio
Analisi molto buona. La globalizzazione è spietata e va sempre più a favorire i pochissimi in grado di trarne vantaggio. Però qualcuno ha mai visto la struttura del PIL Svizzero. E della bilancia commerciale? I settori le aziende sul territorio? Siamo uno paesi più ricchi al mondo che ha costruito la propria ricchezza su questioni ben poco trasparenti per non dire totalmente sporche ed immorali. In Svizzera hanno sede gli uffici delle multinazionali più grandi al mondo che traggono vantaggi fiscali e legali (la Svizzera richiede molta meno trasparenza rispetto a moltissimi altri paesi per fare business, un esempio su tutti il commercio di materie prime, industria del tabacco, la lista è molto lunga...). Da Svizzero dico che predichiamo bene ma razzoliamo male, malissimo...

dino 7 anni fa su tio
ottima analisi Signor Pestoni. La globalizzazione mette a diretta concorrenza condizioni quadro troppo differenti tra loro per permettere una distribuzione di ricchezza, frutto del lavoro di molti, equa. Alla fine si arricchiscono sempre i grandi a scapito dei piccoli che muoiono o alla meglio cercano di campare. Io a Trump una possibilità la voglio dare a prescindere. Obama , Clinton hanno solo indorato le pillole con la loro modalità del politicamente corretto, Bush senior e figlio, lasciamo perdere guerrafondai alla ricerca di fonti energetiche destabilizzando intere nazioni.

elvetico 7 anni fa su tio
Sono assolutamente d'accordo con il signor Pestoni. Ha spiegato molto bene cosa sta accadendo e ciò che sta accadendo è grave, anzi gravissimo.

pontsort 7 anni fa su tio
Finalmente uno che riflette prima di parlare e non lo fa con il dente avvelenato

rojo22 7 anni fa su tio
Bravo Pestoni.

siska 7 anni fa su tio
Concordo appieno con il sig. Graziano Pestoni che ha spiegato esttamente come stanno andando les affaires di questo mondo molto malato.

miba 7 anni fa su tio
Tutto molto più semplice: il dio denaro prevale sulla componente umana (l'avevo appena scritto anche in un altro post)
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