Con Gregory Hofmann, autore di 5 gol nelle ultime tre gare, abbiamo parlato della sfida di questa sera contro il Berna. Ma non solo...
LUGANO - Una sfida al vertice, una sfida appetitosa, una sfida ricca di motivi di interesse. Berna-Lugano è sempre un duello affascinante e, anche lo scontro in programma questa sera nella Capitale, non farà eccezione. Basti guardare la classifica: Orsi primi con 63 punti, bianconeri secondi con 56.
Alla Postfinance Arena la formazione di Ireland - che poi domani ospiterà il Friborgo - andrà a caccia del "tris", dopo i due successi colti nelle due precedenti sfide contro l'attuale capolista.
Abbiamo parlato di questa partita (e non solo) con l'assoluto protagonista del momento bianconero, ovvero quel Gregory Hofmann capace di mettere a segno 5 gol nelle ultime tre gare.
Gregory Hofmann, in palio ci sono punti pesanti in ottica primo posto. Ci pensate alla testa della classifica o non è un obiettivo prioritario?
«L'obiettivo è sempre quello di terminare il più in alto possibile. Quindi sì, al primo posto ci pensiamo. Abbiamo studiato il Berna e ora, per poter sperare di vincere, toccherà a noi fornire una grande prestazione. Contro di loro ci sono sempre molta intensità ed equilibrio...».
Ieri in allenamento avete testato molto le situazioni speciali. Pensi che saranno powerplay e boxplay che decideranno la sfida di Berna?
«Quando alleniamo powerplay e boxplay non lo facciamo in funzione di una partita specifica. Lo facciamo per mettere a posto alcuni dettagli, per arrivare pronti in questo esercizio nei playoff. Le situazioni speciali, sembra scontato dirlo, sono davvero importanti. Chi le gestisce bene solitamente riesce ad andare più lontano...».
Facciamo un passo indietro. Cosa vi è mancato martedì contro il Servette? Ultimamente in casa fate molta fatica...
«A mio avviso ci sono mancate l'attitudine giusta e la concentrazione. Abbiamo permesso al Servette di impostare il suo sistema e noi siamo risultati troppo passivi in zona neutra. Non abbiamo messo sul ghiaccio la disciplina giusta, in casa ultimamente facciamo fatica e questo va assolutamente cambiato. La Resega è casa nostra e non possiamo perdere così tanti punti...».
Quest'anno a Lugano sta andando tutto bene. Si sente un'aria diversa anche negli spogliatoi?
«Stiamo facendo delle belle cose, ma non abbiamo ancora conquistato nulla. Non ci siamo nemmeno ancora assicurati i playoff... L'entusiasmo è tanto, ma posso assicurare che è sempre stato speciale in questi ultimi anni tra semifinali, finali e i derby con l'Ambrì. Da questo lato possiamo solo ringraziare il nostro pubblico che accorre sempre in massa a sostenerci».
Parliamo di te. Visto l'incredibile campionato che stai disputando ti senti un po' più vicino al sogno NHL?
«La NHL è un altro mondo. Non posso negare che ogni tanto ci penso. Ho avuto la fortuna di partecipare a settembre al camp ufficiale con i Carolina Hurricanes. Sono vicino, ma allo stesso tempo so che ho ancora molte cose su cui lavorare. Cerco di migliorarmi ogni giorno qui a Lugano e di sfruttare le opportunità che avrò in Nazionale per mettermi in mostra. Dovrò disputare degli ottimi Mondiali o delle ottime Olimpiadi. Va però detto che in giro ci sono moltissimi buoni giocatori e in NHL c'è tantissima concorrenza, oltre che politica. Non è evidente, ma sono cosciente di avere le possibilità per farcela. In Svizzera sei seguito, ma non giornalmente. Forse disputando un anno in AHL è più facile, sei costantemente tenuto d'occhio ed è più semplice guadagnarsi un'opportunità...».
A tuo avviso su quali aspetti devi ancora migliorare?
«La grandezza delle piste influisce. In NHL, essendo più piccole, devi ragionare molto più in fretta...».