Trump minaccia i Paesi che domani durante l'Assemblea generale si schiereranno contro la sua decisione riguardo a Gerusalemme capitale
WASHINGTON - L'America contro tutti per Gerusalemme capitale di Israele: il presidente Donald Trump ha minacciato di tagliare gli aiuti ai Paesi che domani, in Assemblea generale, dovessero votare contro la sua decisione sulla Città Santa. Trump «prenderà il voto personalmente», ha minacciato la sua ambasciatrice all'Onu Nikki Haley, facendo sapere che gli Usa «terranno a mente i nomi» di chi, in una rara riunione d'emergenza, si schiererà contro Washington.
«Tutte queste nazioni che prendono i nostri soldi e poi votano contro di noi all'Onu... prendono centinaia di milioni di dollari o miliardi, e poi votano contro di noi», ha tuonato Trump nell'ultima riunione dell'anno del suo esecutivo:«Vi teniamo d'occhio. Votate contro di noi e per noi sarà un risparmio».
Non è chiaro come la minaccia del presidente americano possa avere esiti concreti visto che comporterebbe il taglio dell'assistenza a una serie di alleati strategici come ad esempio l'Egitto, beneficiario di 77,4 miliardi di dollari di aiuti tra il 1948 e il 2016, di cui 1,3 miliardi in aiuti militari.
In Assemblea Generale, dove non esiste diritto di veto, la superpotenza Usa conta quanto tutti gli altri, un paese su 193. La risoluzione presentata da Turchia e Yemen è speculare a quella introdotta lunedì dall'Egitto in Consiglio di Sicurezza e silurata dal 'no' americano: chiede di dichiarare la decisione americana su Gerusalemme «vuota e nulla» e invita tutti i Paesi ad «evitare decisioni e azioni che alterino il carattere, lo status e la composizione demografica della Città Santa».
La Haley, già prima di Trump, aveva alzato la voce: «Alle Nazioni Unite ci chiedono costantemente di fare di più e di dare di più. Lo abbiamo fatto in passato. Così quando prendiamo un decisione, per rispettare la volontà del popolo americano, su dove collocare la NOSTRA ambasciata, non ci aspettiamo che chi abbiamo aiutato ci prenda a bersaglio», ha scritto l'inviata di Trump su Twitter e Facebook.
Trump seguirà in tv il voto all'Onu dopo essere andato su tutte le furie quando lunedì gli Usa sono rimasti isolati in Consiglio di Sicurezza da un secco '14 a uno'. La risoluzione di domani non ha valore vincolante ma solo forte potere morale. Il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Maliki e il suo collega turco Mevlut Cavusoglu, attesi domani a New York, hanno accusato gli Usa di intimidazione.
Non è la prima volta che la Haley minaccia gli strali di Washington su chi non appoggia l'America. Lo aveva già fatto al suo primo ingresso all'Onu il 27 gennaio, prima di presentare le credenziali al segretario generale Antonio Guterres: «Gli Stati Uniti sono pronti a difendere e sostenere i propri alleati, e si aspettano lo stesso in cambio. Ci segneremo i nomi di chi non lo farà, e risponderemo di conseguenza».