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FRANCIA“En Marche” zoppicando. In 100 pronti a lasciare il partito

15.11.17 - 19:48
Prime turbolenze all’interno dello schieramento del presidente Macron. Mancherebbe democrazia
Keystone
“En Marche” zoppicando. In 100 pronti a lasciare il partito
Prime turbolenze all’interno dello schieramento del presidente Macron. Mancherebbe democrazia

 

PARIGI - Delusione, proteste e anche qualche prima defezione: comincia a scricchiolare in Francia l'immagine moderna e compatta de La République En Marche, il movimento politico fondato dal trentanovenne presidente Emmanuel Macron.

A sei mesi dalla conquista dell'Eliseo, dopo una campagna presidenziale al cardiopalma e il successivo trionfo nelle elezioni legislative, il partito di maggioranza sconta le prime turbolenze, causate anzitutto da una parte della base che denuncia l'assenza di democrazia interna nell'elezione, sabato prossimo, del nuovo segretario e candidato unico Christophe Castaner.

In un documento rivelato da France Info, cento aderenti e simpatizzanti del partito - 99 dei quali rimangono però rigorosamente anonimi, tranne la promotrice Tiphaine Beaulieu, già minacciata di espulsione per problemi passati con la direzione - si dicono pronti a lasciare.

I firmatari vengono descritti come «umanisti, studenti, operai, accademici, medici, insegnanti, operatori sociali e pensionati». Ma nessuno, tranne, appunto, la Beaulieu, mette nero su bianco il proprio nome, tanto da non poter escludere l'ipotesi di una montatura orchestrata ad arte dalla promotrice. Finita improvvisamente sotto alla luce dei riflettori, la Beaulieu ha annunciato la creazione di un «nuovo movimento entro fine dicembre».

Intitolato "Tribune des 100 démocrates", il testo da lei promosso critica l'assenza di «democrazia interna» ma anche il perdurare di metodi da "Ancien Regime" nel partito di maggioranza oltre che il «culto della personalità» per Emmanuel e Brigitte Macron.

Ministro per i rapporti col parlamento, portavoce del governo e fedelissimo del presidente, Christophe Castaner è l'unico candidato alla poltrona di "delegato generale" nel congresso del fine settimana.

Perplessità vengono espresse anche rispetto alle modalità scelte per la designazione. I 380'000 iscritti (almeno ufficialmente) della République En Marche non potranno infatti esprimersi come negli altri partiti, ma solo un collegio di rappresentanti eletti, ministri, e 200 militanti estratti a sorte voterà per il (solo) candidato in lizza. «È una parodia della democrazia», tuona Emmanuel Drouin, consigliere municipale di En Marche a Segré, citato da FranceInfo.

Nei corridoi dell'Assemblée Nationale, si tenta però di minimizzare. Per Benjamin Griveaux, tra i più stretti consiglieri di Macron, «non c'è alcun problema di democrazia interna» e gli statuti sono trasparenti, mentre i cento militanti sono solo una goccia nel vasto mare di En Marche. Sufficienti però per richiamare alla memoria i peggiori incubi del precedente quinquennio di Francois Hollande, quando i "frondeurs" socialisti guastarono praticamente da subito il suo mandato all'Eliseo.

Intanto, secondo un sondaggio realizzato per Bfm-Tv, 7 francesi su 10 auspicano che dopo la scontata vittoria Castaner lasci i suoi precedenti incarichi, a cominciare da quello di portavoce del governo, che in questi ultimi sei mesi gli ha dato un massimo di visibilità e nel quale sembra divertirsi particolarmente.

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