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L'OSPITENessuna volontà politica, nessuna giustizia

08.08.17 - 08:40
Simone Boraschi, Segretario dei Giovani Liberali Radicali Ticinesi
Nessuna volontà politica, nessuna giustizia
Simone Boraschi, Segretario dei Giovani Liberali Radicali Ticinesi

Nessuna volontà politica. Nessuna giustizia per le vittime siriane. Nessun senso per una commissione d’inchiesta che dovrebbe individuare e provare i crimini di guerra commessi in Siria. In compenso tanti e troppi interessi politici. Questo in poche frasi il pensiero espresso da Carla Del Ponte, oramai membra dimissionaria della citata commissione dopo il suo annuncio al Festival del Film di Locarno. Malgrado i crimini commessi in terra siriana siano sotto gli occhi di tutti alcuni stati preferiscono girarsi dall’altra parte e far finta che non sia successo nulla; o quanto meno mirano a non “scottarsi”.

Nessuna parte in questo conflitto è esente da colpe: tutte rischierebbero di dover pagare pegno per l’uno o l’altro peccato; per quella o quell’altra azione dove, invece che colpire i combattenti avversari, le armi sono state puntate su inermi civili che avevano solo lo sfortuna di trovarsi lì in quel preciso momento. Per evitare il dilagarsi delle guerre; per evitare che le azioni delle parti potessero nuocere alla popolazione civile e per mantenere il rispetto dei diritti umani gli stati hanno deciso di fondare l’ONU e di delegare ai tribunali speciali, istituiti dalla Commissione di sicurezza delle stesse Nazioni Unite, il compito di perseguire i crimini di guerra e contro l’umanità commessi nei conflitti armati più efferati (dall’ex Jugoslavia al Ruanda). Quello stesso tribunale ad hoc che secondo le parole di Carla Del Ponte è necessario istituire per rendere la dovuta giustizia alle vittime. Ma a sette anni dalla sua istituzione la commissione speciale non ha ancora prodotto nulla di concreto, non per colpa sua ma per colpa di chi con un veto che sa di preannunciata colpevolezza si ostina a preferire lo status quo.

Allora viene spontaneo domandarsi a cosa è servito mettere in piedi questa commissione; a cosa è servita farla lavorare sette anni sui crimini commessi nella guerra scoppiata in Siria se poi con un pollice verso si manda tutto su un binario morto in barba alla giustizia internazionale e ai diritti umani. Bisogna domandarsi se ha senso il diritto di veto qual ora serva a impedire che la giustizia faccia il suo naturale corso e se non è ora di abrogare questo principio in favore di uno che non permetta più a un singolo stato di fare da ago della bilancia in un contenzioso di questo genere.

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