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FRANCIA«Ho visto la morte in faccia»

03.02.17 - 19:47
Parlano le persone che hanno vissuto da vicino l'attacco terroristico alla galleria Carrousel du Louvre
«Ho visto la morte in faccia»
Parlano le persone che hanno vissuto da vicino l'attacco terroristico alla galleria Carrousel du Louvre

PARIGI - «Ero sulle scale quando ho sentito degli spari. È stato strano, nessuno sapeva cosa fare, ho visto gente che correva, tutti erano in preda al panico», queste sono le parole di Svetlana, una architetto che lavora nella galleria dove oggi a Parigi un uomo ha aggredito dei militari. Come riporta Afp, la donna si è nascosta in uno spogliatoio. In tutto circa 1.600 persone sono rimaste confinate all'interno della struttura e nel vicino museo del Louvre durante e dopo l'aggressione al Carrousel du Louvre.

Un dipendente di un ristorante della galleria ha raccontato che all’improvviso tutti i clienti si sono messi a correre: «Abbiamo capito subito che si trattava di qualcosa di serio. Abbiamo corso, siamo andati fuori. Abbiamo pensato alla nostra vita, abbiamo creduto fosse arrivato il momento della nostra morte, con tutto ciò che sta accadendo in questo periodo. Abbiamo avuto davvero tanta paura».

I tanti turisti - Fra le persone coinvolte anche tanti turisti, come Gillian Simms e suo marito. La coppia britannica stava facendo un tour con una guida alla scoperta dei tesori nascosti di Parigi: «È così triste e scioccante [...] non possiamo lasciarli vincere, è terribile».

O come Kara Qiu, una ragazza cinese di 23 anni. «Mi avevano avvertito che era necessario prestare attenzione ai viaggi per Parigi, ma non pensavo a un possibile attacco. Non mi pento comunque di essere venuta». Positivo anche il pensiero dell’italiano Bruno Romano. Il 48enne ha spiegato di non aver paura, così come la 18enne americana Jessie McCaw: «Sono rassicurata perché la polizia è ben preparata. Non ho paura del terrorismo».

Ma c’è chi è più pessimista, come un conducente di bus turistici italiano: «Questo evento avrà conseguenze negative per il turismo. Dopo gli ultimi attacchi a Parigi, i gruppi di cinesi sono diminuiti in modo significativo».

L'assalitore era «molto determinato» - L'attentatore del Louvre era un individuo «molto determinato», che al suo ingresso nel Carrousel du Louvre si è scagliato contro la pattuglia di militari «impugnando i due machete dietro la testa» e gridando Allah Akbar.

Lo ha detto il procuratore FrancoisMolins in una conferenza stampa. «Alle 9:50 di questa mattina - ha detto il procuratore Molins - mentre una pattuglia di paracadutisti perlustrava il piano interrato del Louvre, in una zona prima dei controlli, all'entrata dal lato Tuileries, un uomo è entrato con due machete da 40 centimetri dietro la testa, gridando Allah Akbar e scagliandosi contro di loro».

L'aggressore, ha continuato il procuratore, «ha colpito alla testa un primo militare, il secondo gli è andato incontro ma è caduto a terra. L'individuo ha tentato di colpirlo mentre era a terra con il machete, ma è stato respinto a calci. Il militare a terra gli ha sparato alla parte bassa dell'addome ma l'aggressore non si è fermato. Il soldato ha sparato ancora» e «soltanto dopo il 3/o, 4/o colpo» l'individuo è rimasto a terra.

Abdallah, questo il presunto nome dell'aggressore, egiziano di 29 anni, «indossava una t-shirt nera con il disegno di un teschio" ed è crollato a terra "soltanto dopo il 3/o o 4/o sparo al basso addome» da parte di uno dei militari.

L'attentatore - arrivato da Dubai il 26 gennaio scorso - aveva acquistato «i due machete in un'armeria vicino alla Bastiglia il 28 gennaio, pagandoli in contanti, 680 euro». Lo ha detto il procuratore Francois Molins, in una conferenza stampa, precisando che nel residence dell'uomo «è stata ritrovata la fattura».

Abdallah E-H., questo il nome dell'attentatore, aveva chiesto negli Emirati arabi il visto per Parigi a novembre, era arrivato il 26 gennaio con volo da Dubai e il giorno dopo aveva noleggiato un'auto, ritrovata poco lontano dal residence in cui alloggiava, e per il quale aveva pagato 1.700 euro.

Sul suo passaporto, ritrovato nel residence, ci sono i visti per l'Arabia Saudita e la Turchia, risalenti al 2015 e il 2016. Trovato anche il permesso di soggiorno negli Emirati arabi, dove lavorava.

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