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CANTONEAnche in Ticino una stanza della "dolce morte"

04.11.14 - 16:10
L'associazione Liberty Life apre l'ambulatorio a Paradiso. "Riconosce il diritto all'autodeterminazione dell'essere umano nella vita e per la morte"
tipress
Anche in Ticino una stanza della "dolce morte"
L'associazione Liberty Life apre l'ambulatorio a Paradiso. "Riconosce il diritto all'autodeterminazione dell'essere umano nella vita e per la morte"

LUGANO - È una notizia passata in sordina, eppure - vista anche la tematica - è una novità importante per il nostro cantone. Dopo la Life Circle-Eternal Spirit di Basilea, l’Ex-international di Berna e la Dignitas di Zurigo, il 7 novembre verrà aperta a Paradiso una nuova associazione per l'eutanasia: Liberty Life.

"L'associazione - leggiamo sul registro di commercio - riconosce il diritto all'autodeterminazione dell'essere umano nella vita e per la morte e sostiene i propri membri nel far rispettare questo diritto (...), sta al fianco di membri e non membri - che soffrono a causa di malattie, minorazioni o disagi dovuti all'età - offrendo loro la giusta consulenza e prestando, secondo le sue possibilità, assistenza adeguata ai suoi membri destinatari qualora, nella vita come nella morte, sia messo a repentaglio il loro diritto alla dignità".

L'interesse oltre confine - Della cosa se ne sta parlando molto, invece, in Italia. Sì, perché sono ben "50 negli ultimi 3 anni" gli italiani che hanno scelto una "dolce morte" per interrompere sofferenze fisiche e psichiche dovute alla malattia.

Un bilancio, questo, tracciato da Emilio Coveri, presidente di Exit Italia, associazione che si occupa di aiutare chi vuole ricorrere al suicidio assistito.

E in attesa, solo in Italia, ci sono ancora altre 27 persone, di cui 11 giovani sotto i 30 anni, affetti da malattie psichiche molto gravi certificate da medici psichiatri, da Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) o da tumori.

Una volta scelta la struttura, c’è una commissione medica che si riunisce e valuta caso per caso. E qui comincia l'iter per morire. Con un parere positivo, viene fissata una data in cui il malato terminale può recarsi presso la struttura per dar corso alla sua ultima volontà.

Quando la persona arriva, deve sottoporsi a una nuova visita, in cui il medico, per legge, deve provare a dissuadere la persona dal suo proposito. Secondo i dati della Dignitas, il 40% delle persone, dopo quel colloquio, desiste dal suo proposito e torna a casa.

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