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SVIZZERAIl sogno (proibito) di un lavoro a tempo pieno

19.05.23 - 21:00
Sono in aumento le posizioni part-time soprattutto in ambito culturale, nel settore alberghiero e nella vendita al dettaglio.
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Il sogno (proibito) di un lavoro a tempo pieno
Sono in aumento le posizioni part-time soprattutto in ambito culturale, nel settore alberghiero e nella vendita al dettaglio.

ZURIGO - Pigri e sfaticati oppure impossibilitati a lavorare di più? La domanda è legittima in quanto in Svizzera i lavori a tempo pieno sono sempre più rari, a favore di posizioni part-time spesso privilegiate da aziende e imprenditori. Ma quale è il margine di scelta del dipendente? Facciamo il punto. 

I dipendenti che lavorano part-time, senza volerlo, sono indicati con il nome "sottoccupati". Ossia le persone a tempo parziale desiderose però di lavorare di più e disposte a farlo entro breve termine. Per il 4° trimestre 2022, l'Ufficio federale di statistica segnala 228'000 sottoccupati. Nel 2020, quattro donne sottoccupate su dieci e sei uomini su dieci puntavano a un lavoro a tempo pieno e la tendenza è in aumento.

Sono molti gli impieghi in cui un tasso di lavoro al 100% è difficile da ottenere se non quasi impossibile: il personale delle pulizie, che può lavorare solo poche ore alla settimana, gli artisti oppure gli operatori culturali.

In particolar modo in ambito culturale l'occupazione al 100% è molto rara. Spesso i dipendenti vengono pagati a ore oppure ingaggiati per singoli progetti con un contratto a tempo determinato. Quasi ogni quinto lavoratore part-time sogna un lavoro a tempo pieno. Una nuova indagine sui lavoratori part-time dell’Ufficio federale di statistica, citata dal TagesAnzeiger, mostra che il 17,3% di loro vorrebbe lavorare a tempo pieno.

In alcuni settori l'aumento di lavoratori a tempo parziale è più marcato di altri. Nel settore della ristorazione per esempio il tasso di lavori part-time è del 13%. Un numero superiore alla media che si risconta anche nell'arte e nell'intrattenimento, così come il commercio al dettaglio.

Daniel Kopp, ricercatore dell'Economic Research Center dell'ETH di Zurigo, sostiene che i datori di lavoro preferiscono ingaggiare un dipendente a tempo pieno piuttosto di due persone part-time. Eppure la situazione è diversa per quanto riguarda le grandi aziende e le istituzioni pubbliche che da tempo si sono adattate alla gestione del personale part-time. Una tendenza che preoccupa l'economista: «Il mercato del lavoro si sta trasformando».

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COMMENTI
 

Voilà 1 anno fa su tio
Brissago per favore, ci sono settori nei quali non possiamo fare a meno dei frontalieri ma nel terziario licenziano domiciliati per assumere frontalieri.

Deluso 1 anno fa su tio
quando la Posta, la Coop, la Migros ecc possono fare contratti al 30% per aggirare LPP e il nostro governo fa finta di niente, ci siamo detti tutto....altro aspetto da considerare è che nella statistica dei disoccupati non rientrano le persone in assistenza... altro stratagemma della Svizzera per migliorare una situazione drammatica....

Don Quijote 1 anno fa su tio
Sempre a piangersi addosso e dare la colpa agli altri dei propri fallimenti e scelte. C'erano una volta gli artigiani che gestivano le proprie attività e le tramandavano alle generazioni successive conservando e sviluppando la conoscenza. Oggi si preferisce lavorare anonimamente per grandi aziende perché ritenuto più comodo e meno impegnativo, dunque, torna in auge la favola dei tre porcellini, in questo caso il lupo è la globalizzazione che fa danni già a livello embrionale.

FritzPopCip 1 anno fa su tio
Risposta a Don Quijote
Concordo. Oggi sono tutti Trader di crypto a Dubai con I macchinoni

Porzarama 1 anno fa su tio
Sveglia Ticino: RIVOLUZIONE!!! La Storia insegna!

Bigman2 1 anno fa su tio
70mila frontalieri e 40mila disoccupati. Non credo ci sia altro da aggiungere. Ah si... la colpa non sempre è di chi recita, a volte anche di chi applaude

Anti ch 1 anno fa su tio
Risposta a Bigman2
40 mila disoccupati dove🤔

FritzPopCip 1 anno fa su tio
Risposta a Anti ch
40mila impiegati del cantone forse

comp61 1 anno fa su tio
insieme ai frontaliers importiamo anche il loro sistema di lavoro. Che credavate? Ci insegneranno loro come si lavora produttivamente.

Brissago 1 anno fa su tio
Risposta a comp61
Senza frontaliers non avresti il pane negli scaffali le medicine in farmacia e la benzina al distributore ecc ecc facile lamentarci su di loro se poi senza di loro una settimana ed il Ticino si paralizza! Momento vai te in corsia a curare le persone bisognose! Perché se non lo sai buona parte degli operatori sono frontaliers! Usare il cervello prima di urlare al lupo al lupo!

tormar 1 anno fa su tio
Risposta a Brissago
Sono d’accordo ma non esagerare. Quando un datore di lavoro preferirà un frontaliere al posto di tuo figlio, poi vediamo. Non mi piace la parola frontaliere, nn sono animali, sono persone che cercano il meglio per la propria famiglia e per il loro benessere. Il problema sono i nostri datori di lavoro che approfittano della situazione. Inoltre, il nuovo datore sono italiani e di conseguenza assumono i loro cittadini per contenere i costi. Basterebbe una legge che tot. persone, possono assumere tot frontalieri e devono essere obbligati ad assumere residenti e apprendisti. Sarebbe un buon punto di partenza. No?

Anti ch 1 anno fa su tio
Risposta a Brissago
👍👍👍

Mgrazia60 1 anno fa su tio
Risposta a Anti ch
Concordo 👍

Suissefarmer 1 anno fa su tio
Risposta a tormar
si se non fosse che molte aziende sono molto ma molto vicine a politici e co!
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