Il 51% degli svizzeri sostiene l’iniziativa. In Ticino il dato si ferma al 46%. I risultati del sondaggio di 20 Minuten
BERNA - Fra i collaboratori della SSR serpeggia la paura della fine delle trasmissioni e adesso - a due mesi e mezzo dal voto sull’iniziativa “No Billag” - un sondaggio di 20 Minuten cui hanno preso parte 21’540 persone rivela che i sostenitori del testo sono in vantaggio: il 51% degli aventi diritto intende votare “sì” il 4 marzo prossimo, il 45% “no”.
Fra le regioni linguistiche si evidenziano delle differenze. La soppressione del canone raccoglie infatti maggiore simpatia nella Svizzera tedesca, dove il 52% degli intervistati è favorevole. Nella Svizzera francese e in Ticino, invece, tale sostegno scende al 47% rispettivamente al 46%.
Le differenze fra generazioni sono al contrario meno marcate di quanto ipotizzato da molti osservatori. Se, fra i 18-34enni, uno su due sostiene la proposta, fra gli ultra 65enni tale dato arriva infatti comunque al 47%. A determinare questo stato di cose è una spaccatura fra i generi: solo il 45% delle donne vuole l’abolizione del canone contro il 54% degli uomini.
«Di norma il sostegno alle iniziative cala» - Secondo Mark Balsiger, direttore della campagna per il “no”, la corsa è ancora «assolutamente aperta»: «Di norma il sostegno alle iniziative cala man mano che prosegue il dibattito sull'oggetto in votazione», afferma. Il responsabile è dunque convinto che sia ancora necessario trasmettere gli argomenti a favore di un “no”: «Una parte considerevole dei cittadini non sa per esempio che a essere colpita sarebbe anche la radio. Eppure siamo un popolo di radioascoltatori», sostiene. Il comitato ha già raccolto 880mila franchi e pianifica una vasta campagna di affissioni a partire da metà gennaio.
Balsiger si rallegra del fatto che molti giovani siano contro l’iniziativa: «Si potrebbe ipotizzare che abbiano un legame emozionale meno forte con l'attuale offerta televisiva - sottolinea -, ma hanno presto capito che nel caso di un “sì” l’indipendenza dei media audiovisivi sarebbe in pericolo».
«Le opinioni sono già abbastanza definite» - Il direttore della campagna “No Billag”, Andreas Kleeb, si dice contento dei risultati del sondaggio: «Il malcontento della popolazione verso il canone obbligatorio e verso la condotta della SSR è molto più grande di quanto in molti pensassero», sostiene. Per Kleeb, in particolare, il rilevamento dimostra che l’iniziativa tocca un nervo scoperto e non solo fra i giovani: «Riceviamo molti messaggi di anziani arrabbiati per gli eccessi della SSR», aggiunge.
Secondo Kleeb, il risultato del sondaggio dà agli iniziativisti lo stimolo per sfruttare il vantaggio e arrivare al traguardo. Saranno distribuiti flyer, affissi manifesti e si farà campagna per le strade, spiega. Nessun problema, assicura il responsabile della campagna, se i soldi sono meno di quelli a disposizione degli avversari: «Quando l’insoddisfazione è marcata i soldi non cambiano nulla - afferma -. La opinioni sono già abbastanza definite».
Tre elettori UDC su quattro sono per la “No Billag” - Il sondaggio evidenzia come gli elettori dell’UDC siano chiaramente per l’abolizione del canone radiotelevisivo: tre su quattro intendono infatti votare “sì”. Divisi risultano invece i sostenitori del PLR: una maggioranza relativa del 49% approva la proposta, così come fanno i Giovani liberali. Il 47% prevede al contrario di votare “no”.
Chi ha una formazione universitaria è contro l’iniziativa - Il sistema del canone gode di un ampio sostegno fra i cittadini con un elevato livello d’istruzione. Solo il 42% delle persone con una formazione universitaria è infatti a favore dell’iniziativa. A termine di paragone, fra chi si è fermato a un apprendistato tale dato arriva al 54%.
Kleeb spiega tale differenza citando il reddito delle economie domestiche: «Per una famiglia di accademici 451 franchi l’anno possono essere una bagatella, ma per un operaio sono soldi», sostiene. «Chi ha un’impresa artigianale è più sensibile alle tasse obbligatorie rispetto a un accademico che lavora per lo Stato», aggiunte.
Balsiger, della campagna per il “no”, non vuole uno scontro tra classi professionali. Ma parla della stazione radiofonica Musikwelle, che ogni giorno raggiunge 400'000 persone ed è apprezzata in particolare dalla popolazione che vive fuori dalle città: «Una famiglia svizzera media spende 2'700 franchi per fruire prodotti mediatici: i 365 franchi per il canone rappresentano dunque il 14%. Le trasmissioni di approfndimento hanno il loro costo», sottolinea Balsiger riferendosi al nuovo importo del canone che sarà in vigore dal 2019.
Il sondaggio - Il 13 e il 14 dicembre 21'540 persone provenienti da tutta la Svizzera hanno preso parte al sondaggio online sulla SSR di 20 Minuten. La rilevazione è stata condotta in collaborazione con la LeeWas GmbH dei politologi Lucas Leemann e Fabio Wasserfallen, che hanno ponderato i risultati in base a variabili demografiche, geografiche e politiche.