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BELGIOLe immagini dalla Siria «ci ricordano le nostre responsabilità»

05.04.17 - 10:27
Al via la conferenza a Bruxelles. Mogherini (Ue) invoca un «vero impegno». Il premier libanese: «Il mondo lascia fare Assad»
Le immagini dalla Siria «ci ricordano le nostre responsabilità»
Al via la conferenza a Bruxelles. Mogherini (Ue) invoca un «vero impegno». Il premier libanese: «Il mondo lascia fare Assad»

BRUXELLES - «Quello che abbiamo visto ci ha terrificato» e le orribili immagini dell'attacco chimico di ieri in Siria «ci ricordano le nostre responsabilità». Lo ha detto l'alta rappresentante per la politica estera europea, arrivando alla Conferenza internazionale sul futuro della Siria a Bruxelles.

«Siamo qui per essere uniti in un vero impegno», ha aggiunto Mogherini affermando di aspettarsi «tre cose» dalla Conferenza: la riconferma dell'impegno per gli aiuti umanitari, «una forte spinta all'impegno politico» e che la comunità internazionale si cominci a preparare per la ricostruzione post-conflitto.

«Ieri - ha concluso Mogherini - ho iniziato questa due giorni incontrando la società civile. Tutte le persone con cui ho parlato mi hanno ripetuto che "tra noi siamo diversi, abbiamo diversi background culturale, ma tutti vogliamo la pace". Di guerra e violenza ne abbiamo avute abbastanza. Oggi la cosa più urgente è dare aiuti all'interno della Siria e ripristinare le condizioni di vita di base».

Il premier libanese accusa: «Il mondo lascia fare Assad»

«Tutti vengono a Bruxelles per fare le loro dichiarazioni, il regime ha fatto la sua in Siria e purtroppo nessuno ha il coraggio di fare qualcosa contro questo regime». Lo ha detto il primo ministro libanese, Saad Al-Hariri, arrivando alla Conferenza internazionale per il sostegno al futuro della Siria, chiedendo che la comunità internazionale «investa» nel Libano, che «ospita 1,5 milioni di rifugiati» e che negli anni ha speso «18 miliardi di dollari» agendo «per il bene di tutti».

«Ieri abbiamo visto cosa ha fatto il regime, ma il mondo non si deve scioccare visto che gli lascia fare quello che fa», ha affermato ancora Al-Hariri.

La Nato condanna: è terzo attacco in un mese 

«Condanno l'orrendo attacco nella provincia di Idlib in Siria, che ha ucciso dozzine di persone, compresi molti bambini, compito con l'uso di armi chimiche secondo le testimonianze. Questo è il terzo rapporto sull'uso di queste armi barbare soltanto nell'ultimo mese. Tutti i responsabili devono essere chiamati a risponderne». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

«L'uso di armi chimiche, che comprende qualsiasi componente chimico che possa causare la morte o danni permanenti agli esseri umani, è proibito dalla Convenzione sulle armi chimiche che la Siria ha firmato nel 2013 - ha aggiunto Stoltenberg - Questa norma internazionale ora deve essere pienamente rispettata e difesa. La Siria, in quanto membro della Convenzione, è responsabile di assicurare il suo pieno rispetto dei suoi obblighi», ha aggiunto Stoltenberg.

Ankara, «Le analisi provano l'attacco chimico»

«Le prime analisi indicano che» quello di ieri nella provincia diIdlib, in Siria, «è stato un attacco chimico. Le invieremo all'Organizzazione mondiale della sanità». Lo ha detto il ministro della Salute turco,RecepAkdağ, spiegando che 30 feriti sono ora ricoverati negli ospedali di Gaziantep, nel sud-est della Turchia. 

Almeno altri 2 feriti che erano stati trasportati ieri in Turchia sono invece morti. Subito dopo l'attacco, Ankara aveva inviato in Siria 30 ambulanze, fornendo alle squadre di medici in servizio al valico di frontiera di Cilvegözü un equipaggiamento per il trattamento di feriti da agenti chimici.

Onu, servono 8 miliardi dollari per il 2017

«Per le necessità immediate del 2017 sono necessari circa 8 miliardi di dollari». Lo ha indicato il coordinatore per i soccorsi delle Nazioni Unite, Stephen O'Brien, all'arrivo alla Conferenza internazionale sulla Siria a Bruxelles. Dopo aver qualificato l'attacco chimico di ieri come un «atto abominevole», O'Brien ha specificato che «è necessario avere accesso alla Siria ed avere sicurezza» per la consegna degli aiuti umanitari.
 
 
 
 

 

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