Compravendita tramite deep web. La polizia mette in guardia: «Nonostante l'anonimato nella transazione, negare di aver effettuato un’ordinazione non comporta la mancata apertura di un procedimento»
LUGANO - "Le Iene" di Italia 1 sono tornate in Ticino. E questa volta non per parlare di prostitute o frontalieri, ma di una nuova moda che si starebbe insinuando negli ambienti di lavoro: l'uso della droga per incrementare le proprie prestazioni. Chi pensa ai "classici" eccitanti, cocaina e anfetamine in primis, sta prendendo un granchio. A farsi strada, soprattutto negli ambienti creativi, sarebbe infatti una sostanza stupefacente che sembra ben poco compatibile con l'attività professionale: l'LSD, una fra le più potenti sostanze psichedeliche conosciute, con forti proprietà allucinogene.
Servizio girato in Ticino - Ls sostanza sembra piacere a molti professionisti. Anche ticinesi, visto che l'intero servizio (andato in onda qualche settimana fa) è stato girato a Lugano e gli intervistati, tra consumatori e pusher, sono tutti svizzeri.
I consumatori - Uno di questi è un produttore musicale. Senza essere ripreso in volto racconta il suo rapporto con l'LSD: «È una sostanza che ti aiuta a lavorare. Riesco a concentrarmi di più». La modalità di consumo che l'intervistato adotta non è la stessa degli hippies degli anni '60. «Ne assumo microdosi, un decimo della dose tradizionale. Per non avere allucinazioni».
Lo stesso fa un professionista di un'agenzia creativa, intervistato sempre in Ticino. Che tuttavia ne sconsiglia l'uso: «Mi è capitato di stare male, cadere in paranoia. Mi sarei anche sparato se avessi avuto una pistola. Ai giovani? Non lo consiglierei mai».
Il pusher - Ma dove viene acquistata questa droga? Lo spiega nel corso del sevizio quello che non esita a definirsi un pusher 2.0. «L'ordinazione avviene online. È facile e del tutto anonima grazie al "deep web". È indispensabile avere i bitcoin, valuta virtuale che garantisce il totale anonimato». Quindi il tutto viene spedito per posta: «Vista la facilità con cui si può inviare un foglio di carta, la sostanza (che appare come piccoli francobolli) arriva tramite buca delle lettere in 24/48 ore. Dall'estero».
Lo spacciatore mostra il sito dove è possibile la compravendita. Una sorta di Amazon della droga nel quale si possono trovare 14mila offerte di sostanze stupefacenti. Molte proprio dalla Svizzera. E se per una dose bastano 20 dollari, per 10 pezzi il prezzo diminuisce ancora: 105 dollari. Un lavoro che sembra anche remunerativo, come sottolinea il pusher: «A livello amatoriale si portano a casa 2/3'000 franchi al mese. Ma c'è chi ne guadagna anche 50mila al mese».
Sostanza molto pericolosa - I rischi, naturalmente, sono dietro l'angolo. A causa dell'LSD, per fare degli esempi, il figlio di Nick Cave a 15 anni si è buttato da una scogliera. C'è poi il caso di un'altra 15enne che, sotto gli effetti dell'allucinogeno, ha accoltellato padre e zio. Per fermarla la polizia ha dovuto spararle.
«L'assunzione di questa sostanza provoca uno scossone per l'equilibrio psicologico e biologico - sottolinea durante il servizio un esperto -. L'alterazione è talmente intensa da portare a possibili episodi psicotici, ansia, depressione e attacchi di panico. Nessuno di noi conosce la propria vulnerabilità psico-biologica. Chi assume droga per migliorare le sue performances sul lavoro non mette a disposizione solo il tempo di lavoro, ma la funzionalità del proprio sistema nervoso».
Fenomeno non noto alla polizia - Contattata, la polizia cantonale afferma di non avere riscontri di questo fenomeno. «I sequestri di queste sostanze nel corso degli ultimi anni, come pure in questi primi mesi del 2017, sono esigui».
Quindi ammette le insidie del deep web: «In questo modo vengono commercializzati vari tipi di oggetti e prodotti proibiti, e non solo stupefacenti, e questo ormai a livello mondiale. Questo sistema di effettuare transazioni rende più difficoltosa l’identificazione delle varie parti in causa. Quando vi sono sequestri di stupefacenti, sia che ordinati tramite deep web o in altro modo, viene avviata un’inchiesta. Ciò comporta l’apertura di un procedimento penale nel quale vengono valutati tutti i vari elementi del caso. Nonostante l'anonimato nella transazione, negare di aver effettuato un’ordinazione non comporta la mancata apertura di un procedimento. La Polizia è attenta a questa particolare problematica e applica, a dipendenza del caso, le appropriate strategie operative».