La leader del Front National conduce nei sondaggi, a un punto di distanza dal rivale designato Macron
PARIGI - Anche Penelope Fillon, come il marito François, candidato della destra dei Républicains, è finita sotto inchiesta, per complicità in appropriazione indebita e truffa aggravata.
In una campagna elettorale segnata dagli scandali, Marine Le Pen torna in testa: un sondaggio la dà avanti al rivale ormai designato, Emmanuel Macron, al primo turno, anche se di un solo punto.
Il leader liberal socialista di "En Marche!" ha intanto riunito i giornalisti a Parigi per dare un'idea di quella che sarà la sua "maggioranza presidenziale" in Parlamento e di come si presenterà il suo governo. In serata, ha incassato - dopo tanti sostegni di personalità socialiste - quello più importante, firmato Manuel Valls, suo ex premier e avversario.
Penelope Fillon, sospettata di aver incassato per anni lo stipendio da assistente parlamentare del marito senza lavorare, è comparsa oggi davanti ai giudici, mentre il consorte è ormai quotato nelle intenzioni di voto a quasi 10 punti di distanza dalla coppia di testa. In serata la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati, come il marito, dopo ore di interrogatorio sul suo incarico in Parlamento e sull'impiego alla "Revue des deux mondes", due recensioni letterarie a fronte di 100'000 euro di emolumenti in poco meno di due anni.
Nei sondaggi, peggio di tutti va Benoît Hamon, vincitore delle primarie socialiste ma ultimo fra i primi 5 candidati, scavalcato anche dal radicale di sinistra Jean-Luc Mélenchon: oggi è andato in visita in Germania esprimendo alla cancelliera Angela Merkel tutto il suo dissenso con le politiche del rigore in Europa e incassando il sostegno dell'Spd di Martin Schulz.
A votare in massa per Marine Le Pen saranno i giovani, quelli che per la prima volta si recano alle urne, 3,3 milioni, stando a uno studio dell'istituto Cevipof di Sciences Po: il 29% di loro voterà per la presidente del Front National, il 27% per Macron. Quasi ignorato Fillon (8%), fortissimo il partito degli indecisi e degli astensionisti, che possono essere decisivi al ballottaggio.
Macron ha intanto riunito i giornalisti per spiegare come sarà il "suo" mandato. Soprattutto per chiarire a tutti coloro che si chiedono su quale maggioranza potrà contare in Parlamento, che alle politiche di giugno "En Marche!" porterà candidati propri: «abbiamo ricevuto 14'000 curriculum di persone che aspirano a lavorare con noi. Saranno esaminati e vagliati attentamente, incontreremo i candidati, che provengono dalla politica ma soprattutto dalla società civile. Sarà una maggioranza parlamentare radicalmente diversa dal passato», ha promesso Macron.
Quanto all'eventuale governo, una compagine ristretta a una quindicina di nomi, tutti con casellario giudiziario intonso e scelti sulla base di «competenza, esperienza, e capacità di unificare». Oltre all'adesione al programma di Macron, che ha ribadito di voler «riformare la Francia, voltare pagina, e cambiare il volto ma anche i volti», «nel nostro governo ci saranno soltanto facce nuove, non si fa il rinnovamento con i vecchi volti» ha assicurato l'ex ministro dell'Economia, che al ballottaggio - secondo lo stesso sondaggio che lo vedrebbe scavalcato al primo turno dalla Le Pen - conquisterebbe l'Eliseo con il 62% dei voti contro il 38% dell'avversaria.
Da ieri sera, con lui c'è anche Manuel Valls, rivale ma ora alleato: «ci ha detto che il voto utile è quello per Macron», ha riferito uno dei partecipanti - una quindicina in tutto - a una cena dell'ex premier socialista con i fedelissimi, in una saletta del Senato. Per Hamon e il Partito socialista, ancora un colpo dal "fuoco amico".