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CANTONE«Asili nido: si può davvero parlare di conciliabilità famiglia/lavoro per tutti?»

07.03.23 - 11:35
L’interrogazione chiede al Governo se «la prassi in materia di redditi» non tenda a dissuadere le donne benestanti a riprendere il lavoro.
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«Asili nido: si può davvero parlare di conciliabilità famiglia/lavoro per tutti?»
L’interrogazione chiede al Governo se «la prassi in materia di redditi» non tenda a dissuadere le donne benestanti a riprendere il lavoro.

BELLINZONA - «Chi scrive si domanda invece se, al posto di parlare di mancanza di voglia di tornare a lavorare, non si dovrebbe piuttosto parlare di condizioni e dell’effettiva garanzia che il sistema offre, alle donne in particolare, per conciliare famiglia e lavoro».

I deputati del Plr Matteo Quadranti, Michela Ris e Natalia Ferrara hanno presentato un’interrogazione al Governo dal titolo “Asili nido: si può davvero parlare di conciliabilità famiglia/lavoro per tutti?”

«Se da un lato è vero che le rette possono essere anche basse, quasi irrisorie, per favorire le famiglie bisognose - si legge nel documento - è altresì vero dall’altro che si è diffusa la prassi “chi più guadagna più paga”».

E ancora: «Chi scrive ritiene che la differenza, non certo irrisoria, possa spingere donne formate, ma anche donne il cui marito o compagno percepisce un certo reddito, a non riprendere la propria attività lavorativa che andrebbe, quasi integralmente, a coprire i costi della presa a carico del figlio da parte di terzi e a coprire i costi direttamente collegati alla ripresa lavorativa (trasferte, pasti, etc.)». I deputati sottolineano come la donna si trovi «a dover decidere se vale la pena rinunciare al tempo con il proprio figlio per guadagnare al massimo un paio di mille franchi».

Tutto ciò premesso si chiede al Governo di voler rispondere alle seguenti domande:
Non ritiene che la prassi in materia di redditi tenda a dissuadere le donne formate e provenienti da famiglie benestanti a optare per una ripresa lavorativa?

Non ritiene che la prassi in materia di redditi sviluppatasi tenda a conciliare famiglia e lavoro solo per una parte di popolazione?

Il fatto che le tariffe per il tempo parziale non siano proporzionalmente ridotte non rischia di scontrarsi con il principio “conciliabilità famiglia/lavoro”?

In conclusione, non si ritiene che lo scopo della normativa, non venga ossequiato creando disparità fondate sul mero reddito a scapito di altri fattori altrettanto meritevoli per una politica a favore delle donne, madri e professioniste?

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