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CANTONEStop ai pesticidi: il Partito Comunista lascia libertà di voto

24.05.21 - 09:04
La presa di posizione in vista della votazione popolare del 13 giugno
Depositphotos (fotokostic)
La presa di posizione del Partito Comunista su "Per una Svizzera senza pesticidi sintetici".
La presa di posizione del Partito Comunista su "Per una Svizzera senza pesticidi sintetici".
Stop ai pesticidi: il Partito Comunista lascia libertà di voto
La presa di posizione in vista della votazione popolare del 13 giugno

BELLINZONA - «Dopo un lungo e acceso dibattito nel proprio Comitato Centrale», il Partito Comunista ha deciso di lasciare libertà di voto sull’iniziativa "Per una Svizzera senza pesticidi sintetici”.

«Se da un lato questa iniziativa potrebbe rendere la Svizzera un’eccellenza nella produzione agricola biologica riuscendo così a interfacciarsi in modo innovativo coi mercati emergenti, sono stati rilevati anche dei rischi non indifferenti circa l’autoapprovvigionamento alimentare del Paese, che potrebbe risultare ancora più dipendente dall’estero».

La posizione del partito è la seguente: l'iniziativa "Per una Svizzera senza pesticidi sintetici" deve essere affrontata nel contesto della modifica della Costituzione ticinese per l’inserimento del principio della sovranità alimentare, promossa dal deputato Massimiliano Ay nel 2018 attraverso un atto parlamentare votato a larga maggioranza dal Gran Consiglio lo scorso ottobre. «Entrambe le iniziative – sia quella contro i pesticidi sia quella per la sovranità alimentare – si pongono infatti l’obiettivo di un futuro sostenibile per l’agricoltura locale: con la sovranità alimentare però la sostenibilità non è trattata solamente dal punto di vista ambientale, bensì vengono riconosciute come altrettanto importanti le componenti economiche, sociali e culturali del Paese».

Secondo i comunisti l’iniziativa per la sovranità alimentare «ha il pregio - tutt’altro che indifferente - di unire gli interessi degli agricoltori con quelli degli ecologisti e dei consumatori in un momento in cui questi due mondi non riescono quasi a dialogare e subiscono l’attacco del grande capitale. Il Partito Comunista vuole invece unire i lavoratori della terra con i cittadini sensibili all’ecologia e alla sostenibilità, non dividerli!». A tal proposito l’iniziativa contro i pesticidi, pur lodevole negli intenti, «non riesce a creare un consenso e un coinvolgimento degli agricoltori, attori centrali nella produzione del cibo, senza i quali la popolazione non può essere nutrita e ai quali va riconosciuto il valore del proprio lavoro, delle loro competenze in continua evoluzione e della passione che mostrano in situazioni di mercato sempre più disastrose».

La stessa posizione, conclude il Partito Comunista, è peraltro anche quella del sindacato contadino “Uniterre” che ripone proprio nella sovranità alimentare l’unica e vera prospettiva fondata sull’alleanza di produttori e consumatori.

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