L'UDC chiede al Governo ticinese di intervenire, anche per evitare la fuga in Lombardia.
La riapertura, viene sottolineato, «dovrà comunque essere sostenuta da criteri di sicurezza molto severi»
LUGANO - I dati relativi ai contagi in Ticino sono confortanti. Era dal 23 di ottobre che non si registravano zero vittime. Ma anche i numeri dei positivi continuano a diminuire così come la pressione sugli ospedali. Cifre che fanno ben sperare, quindi che hanno spinto l’UDC Ticino a chiedere al Consiglio di Stato di farsi promotore verso il Consiglio federale per far riaprire ristoranti e i commerci, attività «economicamente penalizzate dalle misure imposte da Berna».
«È ora di riaprire» - «La gestione federalista della pandemia - ci tiene a precisare l'UDC - ha dato a più riprese dimostrazione di efficacia. Questo principio è stato fondamentale la primavera scorsa, quando in Ticino la situazione era molto grave e nel resto della Svizzera invece la pandemia era cosa sconosciuta, permettendoci una chiusura anticipata delle attività economiche non indispensabili. Lo stesso principio deve valere ora che alle nostre latitudini la situazione è sotto controllo, così da riaprire prima di altre regioni della Svizzera che figurano invece essere più in difficoltà», si legge in una nota stampa odierna.
«Criteri di sicurezza severi» - Una riapertura, questa, che «deve comunque essere sostenuta da criteri di sicurezza molto severi, quali le distanze tra i tavoli, il contact tracing e il numero massimo degli avventori per i ristoranti, aspetti tra l’altro già in essere prima della chiusura» viene sottolineato. Anche per i commerci il controllo degli ingressi e il porto della mascherina dovranno essere garantiti. «Le polizie cantonali e comunali dovranno essere impiegate per controllare il rispetto delle norme».
«Impatto psicosociale massiccio» - L'UDC fa notare pure come il confinamento, seppur non completo, stia comunque creando impatti psicosociali «massicciamente sottovalutati». «Infatti aggiunge -, sono in aumento le violenze tra i giovani e il disagio generale indotto dall’impossibilità di socializzare e di avere contatti con i propri cari. Temiamo purtroppo che questi fenomeni si protrarranno per anni. Per questo motivo una riapertura in sicurezza di ristoranti e negozi potrebbe giovare a calmierare questi effetti negativi della pandemia».
«Evitare la fuga il Lombardia» - L’UDC Ticino chiede dunque al Consiglio di Stato di attivarsi celermente «affinché il danno economico creato a ristoranti e piccoli commerci possa presto avere fine, a maggior ragione perché la vicina Lombardia è recentemente passata a un grado di regolamentazione meno rigido, che potrebbe invogliare molti ticinesi a recarsi oltre confine per beneficiare di acquisti e ristorazione».