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CANTONEResidenze fittizie dei manager Gucci, no alla Commissione d’inchiesta

09.12.19 - 17:06
Il Gran Consiglio ha respinto la richiesta di Matteo Pronzini. Non sono mancate le frecciatine in aula
TiPress - foto d'archivio
Residenze fittizie dei manager Gucci, no alla Commissione d’inchiesta
Il Gran Consiglio ha respinto la richiesta di Matteo Pronzini. Non sono mancate le frecciatine in aula

BELLINZONA - All’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso delle residenze fittizie in Ticino dei manager del gruppo Kering il Gran Consiglio ha detto “no”. Con 57 voti favorevoli e 25 contrari il Parlamento ha approvato le conclusioni del rapporto di maggioranza che chiedeva di respingere la richiesta.

Richiesta presentata da Matteo Pronzini, dopo che lo stesso deputato aveva inoltrato segnalazione al procuratore generale Andrea Pagani. Il gruppo Kering era finito al centro di un’inchiesta per aver evaso 1.4 miliardi di euro di imposte attraverso la Luxury Goods, non dichiarando ricavi per 14,5 miliardi. Al centro della vicenda spiccava la figura di Patrizio di Marco, ex amministratore delegato di Gucci - una delle controllate del gruppo - che in Ticino godeva di un forfait fiscale, avendo disposto di una residenza fittizia a Paradiso dal 2010 al 2014, quando in realtà risiedeva a Milano. Matteo Pronzini ha presentato decine di atti parlamentari negli anni. «Come è potuto sfuggire il fatto che una ventina di manager della Kering avessero false residenze?», chiedeva il deputato MPS, ricordando che «per Kering  la presenza sul nostro territorio serviva unicamente quale tassello per miliardarie frodi fiscali. Nulla di più». E tra le altre cose sollevava più di qualche dubbio sull’operato delle autorità cantonali e sulla possibilità che invece di svolgere gli accertamenti necessari qualcuno abbia «volontariamente chiuso un occhio», o «magari anche due».

In aula oggi Pronzini ha sottolineato come «le uniche notizie che disponiamo arrivano dai media». Ma Michele Guerra, a nome della Sottocommissione delle finanze, ha spiegato chiaramente che «la portata istituzionale degli eventi non è data». E ha precisato: «Non vi sono elementi per dubitare dell’agire dello Stato e delle nostre autorità. Viene a mancare la condizione di grande portata istituzionale, la cui presenza doveva essere dimostrata dalla Sottocommissione per poter aprire una commissione parlamentare d’inchiesta. Elementi per aprirla veramente veramente veramente non ne vediamo».

In aula solo la sinistra ha tentato di rivendicare la necessità di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’azienda che in maggio ha abbandonato il Ticino lasciandosi dietro 400 posti di lavoro. Ma si è vista rispondere che «non sussistono i presupposti per parlare di un inganno alle autorità».

Prima del voto, solo una stoccata di Michele Foletti: «Danni allo Stato non ce ne sono stati. Illazioni all’operato del Consiglio di Stato ce ne sono state fin troppe».

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COMMENTI
 

Mag 4 anni fa su tio
Il "Dio denaro" ha cessato di essere "lo sterco del demonio": ora comanda lui, punto!

Nmemo 4 anni fa su tio
Il problema sta nella limpida trasparenza. È inutile sostenere che i soldi, a prescindere da dove vengono, sono puliti, servono a tutti, e non puzzano. Lo sappiamo. La commissione presieduta da Guerra (LdT) aveva il dovere fornire precise indicazioni. Far finta di dare peso solo a ciò che fa comodo e al limite lasciarsi ingolosire come fanno le repubbliche delle banane, fa poco onore alle istituzioni.

anndo76 4 anni fa su tio
Risposta a Nmemo
dai tempi antichi e grazie alle leggi, in svizzera ( e in particolare in ticino ) si e' sempre provveduto a prendere soldi da ogni dove ( in barba alla coscienza ) - vedasi banche , fiduciarie e avvocatucoli al servizio del soldo. Qui, purtroppo, guardano solo i dane' !! il resto gli amici degli amici si proteggono. Poi la Mafia sarebbe al sud Italia etc. Ipocrisia totale !!

Nmemo 4 anni fa su tio
Risposta a Nmemo
@ anndo 76 Nmemo non è nato ieri. Grave è che i rappresentanti dei cittadini eletti per controllare lo Stato siano venuti meno ai loro doveri, compresi quelli di una chiara precisazione della fattispecie. Il Guerra di turno (LdT) ha fatto un esercizio lancio di “fumogeni”.

Dioneus 4 anni fa su tio
Ai poveri cristi controllano pure le mutande se c'è il dubbio che abbiano una residenza fittizia; per sto qua se ne parla in Gran Consiglio e si procede con il niet. Vergognoso. Qua è rimasto solo l'MPS a proteggere il popolo.

anndo76 4 anni fa su tio
Risposta a Dioneus
qui bisogna chiamare il Rambo di Bellinzona ( tato ) che con le sue perle di saggezza ( e omerta' ) sapra' sicuramente "commentare" l'accaduto e il suo amico quadri, lega e udc ahah

lügan81 4 anni fa su tio
Sempre meno neuroni in questo cantone..

Lilly Formina 4 anni fa su tio
Sia mai che si vadano ad infastidire gli amici degli amici dei consiglieri di stato...

Disà 4 anni fa su tio
Serpenti

Nmemo 4 anni fa su tio
Come al solito la grande e grossa ragnatela trasversale della politica cantonticinese che si auto sorregge, resiste. Nessun cedimento, impermeabilità assoluta.

anndo76 4 anni fa su tio
la grande lega, udc e co. dove sono ? il texas ranger del bellinzonese ?? ahahah guarda caso spariti !! giusto lo slogano : prima i nostri ( interessi ) chissa' quando hanno preso....sarei curioso di capire perche' l'interrogatore seriale ( il legolas del ticino quadri ) NON ha fatto interrogazioni o articoli sul suo giornalino....

Bayron 4 anni fa su tio
La casta non si tocca!!

Equalizer 4 anni fa su tio
Non c'è stato inganno dell'autorità, perché quest'ultima ne è stata complice. Chiaro è che se uscissero i nomi nero su bianco di chi è che rappresentava lo stato e ha autorizzato a chiudere gli occhi, ci sarebbero diversi cadreghini che ballerebbero, quindi come al solito stendiamo il solito velo omertoso della terronia Svizzera. Quanto mi manca il Nano...

marco17 4 anni fa su tio
Risposta a Equalizer
Già, ma i "nanetti" leghisti (Guerra, Foletti, ecc.) sono in prima linea nello stendere il velo omertoso su questa squallida vicenda!

marco17 4 anni fa su tio
Le commissioni d'inchiesta non sono il mezzo migliore per chiarire le cose. In questo caso le cose però sono chiare: un'azienda che vende aria fritta ha ingannato tutti per anni con le false residenze dei suoi manager. Se la cosa ha potuto appurarla facilmente la RSI, come mai gli uffici governativi così zelanti con immigrati, bambini equadoregni, ecc., non si sono accorti di nulla? Grottesco poi vedere i leghisti, che sogliono inveire contro "l'invasione da sud", assolvere una ditta italiana dal comportamento più che discutibile.

lui63 4 anni fa su tio
Bravi, Lo stato é forte con i deboli e debole con chi ha i soldi. un classico... Adesso ci saranno anche gli sgravi fiscali per questi personaggi e aziende. E noi sempre allegri dobbiamo stare…..
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