L'appello dell'MPS: «Ritirate quelle firme»
BELLINZONA - L’MPS aveva già espresso nei giorni scorsi la propria opposizione alla soluzione concordata nella commissione della gestione, tra tutti i partiti presenti (tranne il PLRT), sul salario minimo. Ora, riferisce lo stesso Movimento per il Socialismo, anche i Verdi «che pertanto hanno sostenuto quell’accordo», sembrano far marcia indietro.
«Sarebbero “insoddisfatti” - sottolinea l'MPS - e sarebbe stato dato mandato al gruppo parlamentare di provare a “migliorare l’accordo”. Nel frattempo anche la maggiore federazione sindacale del Cantone, Unia, ha espresso il proprio giudizio fortemente negativo sull’accordo raggiunto (che, ricordiamo, di fatto legalizza un salario di circa 3'200 franchi mensili)».
Per l'MPS, dunque, appare evidente che «la strategia dei Verdi non ha alcuna chance di ottenere un risultato migliore, anche tenendo conto che, dall’altra parte, spingono in altra direzione PLRT e Associazioni padronali, anche se, per finire, queste ultime sono soddisfatte della soluzione concordata, anche se non possono dirlo apertamente, restando da parte loro l’obiezione di principio che lo Stato fissi un salario minimo, per quanto questo possa essere basso…».
L'unica soluzione sembra dunque, per l'MPS, quella di opporsi alla proposta che viene sottoposta al Gran Consiglio «e anche a forme leggermente migliorate che dovessero emergere nel dibattito». «È evidente - si aggiunge - che con 3'200 franchi al mese (e nemmeno con i successivi adeguamenti previsti) è impossibile avere un “tenore di vita dignitoso”».
Secondo L'MPS, «non si tratta di un passo avanti, ma di un grande passo indietro per tutti i salariati e le salariate del Cantone». Secondo il Movimento per il Socialismo, infatti, «l’introduzione di un salario minimo legale così basso non sanerà queste situazioni, ma tenderà a peggiorarle, oltre a spingere tutto il sistema salariale verso il basso. I casi scandalosi spesso denunciati - conclude la nota - nascono soprattutto dall’assoluta mancanza di controllo sul mercato del lavoro. Un controllo che invece andrebbe rafforzato con urgenza come chiede l’iniziativa popolare attualmente in corso lanciata dall’MPS “Rispetto per i diritti di chi lavora! Combattiamo il dumping salariale e sociale!”. Solo da un cambiamento radicale nel controllo pubblico sul mercato del lavoro, unitamente ad una rinnovata azione sindacale, potrà affermarsi una vera lotta al dumping salariale e sociale».
Per questa ragione l’MPS invita PS e Verdi a ritirare il loro sostegno alla proposta della commissione della gestione sottoposta al GC e invita tutte le forze presenti in Gran Consiglio a non sostenere questa proposta e altre simili.