Priorità del Consiglio di Stato per la chiusura del debito milionario dell'enclave verso il Ticino e sulla soluzione avanzata da Norman Gobbi dice: «Dichiarazioni fatte a titolo personale»
BELLINZONA - «Pronti ad annettere Campione d’Italia» aveva dichiarato, al Corriere della Sera, Norman Gobbi qualche settimana fa. Pronti, ma non troppo. A gettare acqua sulla disponibilità del Canton Ticino ad assorbire l’enclave (risolvendo così la difficile situazione finanziaria in cui si trova il comune italiano), è lo stesso Consiglio di Stato: «Su questa eventualità il presente Consiglio non intende avanzare formalmente una simile domanda» afferma l’Esecutivo in risposta all’interrogazione del deputato Massimiliano Ay.
Chiarito il punto di vista collegiale, il Governo precisa tuttavia di non sentirsi spiazzato dalle parole del direttore del Dipartimento delle Istituzioni: «Le dichiarazioni del consigliere di Stato Norman Gobbi - si legge nella risposta - sono state fatte a titolo personale e rappresentano pertanto una sua visione per una possibile risoluzione delle problematiche concernenti il Comune di Campione d’Italia, indipendentemente dalla sua attuabilità». Neppure il Governo ritiene che tale uscita sia stata lesiva della sovranità italiana: «Non si tratta di un’imposizione o di una proposta direttamente rivolta ad un altro Stato, non riteniamo che la posizione personale del consigliere Gobbi ponga il problema evocato».
Chiusa la faccenda dell’annessione, il Consiglio di Stato si preoccupa piuttosto di sanare l’importante situazione debitoria di Campione nei confronti del Cantone, del Comune di Lugano e degli altri enti prestatori di servizi pubblici o privati. Lo scorso giugno il Governo ha trattenuto 3,8 milioni di franchi dal versamento dell’imposta alla fonte dei frontalieri del 2018, un importo che verrà versato una volta che gli enti in questione avranno ricevuto dalle autorità italiane l’integralità della somma a loro dovuta. «Problematiche che il Consiglio di Stato auspica vengano ora trattate con celerità».