Cerca e trova immobili

CANTONE«Ci vogliono più donne nei quadri delle aziende cantonali»

20.08.19 - 20:20
Il Gruppo socialista in Gran Consiglio spinge per la parità dei sessi: «È una questione urgente per il futuro della società ticinese»
Tipress
Il gruppo socialista difende i diritti delle donne.
Il gruppo socialista difende i diritti delle donne.
«Ci vogliono più donne nei quadri delle aziende cantonali»
Il Gruppo socialista in Gran Consiglio spinge per la parità dei sessi: «È una questione urgente per il futuro della società ticinese»

BELLINZONA - «Più donne nei quadri delle aziende cantonali e in quelle che beneficiano di importanti contributi pubblici». Questa, in estrema sintesi, è il succo della mozione indirizzata al Governo ticinese dal gruppo socialista in Gran Consiglio formato da Raoul Ghisletta, Ivo Durisch, Fabrizio Sirica, Daniela Pugno-Ghirlanda, Carlo Lepori, Laura Riget, Anna Biscossa, Gina La Mantia, Henrik Bang e Tatiana Lurati Grassi.

I deputati del PS fanno notare - citando il Rapporto sociale e ambientale 2018 di BancaStato - «l’enorme ritardo della parità dei sessi in Ticino: nessuna donna nel Consiglio d’amministrazione, nessuna donna nella direzione generale, sole due donne su 62 sono membri di direzione. Una situazione disperata».

E le cose non vanno tanto meglio nell'Amministrazione cantonale. «La quota di donne tra i funzionari dirigenti - precisano i deputati nel testo della mozione - rimane molto debole, pur segnando una lenta progressione, come indicato di recente dal Consiglio di Stato».

Per questo il Gruppo socialista chiede al Governo «di presentare al Parlamento la situazione completa nelle aziende e degli enti cantonali e nelle aziende con importante partecipazione cantonale, come pure nelle commissioni consultive dello Stato».

Questione urgente - I deputati socialisti sottolineano che questa è una «questione urgente» da affrontare per il futuro della società ticinese e per questo chiedono al Consiglio di Stato di presentare al Parlamento un messaggio che «introduca le necessarie modifiche legislative atte ad assicurare una presenza di almeno il 30% di donne nei di consigli di amministrazione e di direzione delle aziende e degli enti cantonali, in quelli di aziende ad importante partecipazione cantonale, in quelli degli enti sussidiati in modo importante dal Cantone, a livello di funzionari dirigenti nell’Amministrazione cantonale e nelle commissioni nominate dal Consiglio di Stato».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

curzio 4 anni fa su tio
"Il suo curriculum è impressionante, le sue qualificazioni sono ottime. Ma c'è un problema... non possiamo assumerla perchè lei è di sesso maschile. Spiacenti..."

F.Netri 4 anni fa su tio
Scommettiamo che fra un po' i social-comunisti invocheranno anche le quote nere, quelle arcobaleno e pure quelle maomettane?

limortaccituoi 4 anni fa su tio
Tutti i commenti contrari qui sotto sono scritti da uomini, tendenzialmente di destra, le cui mamme, sorelle e figlie spero si vergognino almeno un pochetto ;)

F.Netri 4 anni fa su tio
E finitela con 'ste donne!

Tato50 4 anni fa su tio
Che do ball !!!!!!!!!!

Mag 4 anni fa su tio
Le "quote rosa" sono come le "quote latte" (UE). Mercificazione, in questo caso mercificazione della figura della donna: quanti chili di donne li, quanti chili di donne di la, quanto al chilo, ecc. Se qualcuno viene discriminato, danneggiato, sfruttato per motivi di nepotismo, maschilismo, femminismo, motivi economici, mobbing, ecc. che si rivolga alla legge e ai Tribunali. Su questo si dovrebbe lottare, leggi utili all'umanità tutta, davvero uguali per tutti e che siano applicate da tutti. Le "quote rosa" e cose simili sono palliativi determinati dalla mancanza di diritti fondamentali; è come inserire un pezzo di tubo nuovo a valle, mentre il tubo è marcio anche a monte: andate a spazzare le strade altro che far politica.

vulpus 4 anni fa su tio
Argomenti elettorali. Chiaro che a livello pubblico, le donne rimangono molto in minoranza o discriminate, ma non certamente per il sesso: suvvia siamo concreti e realisti. Nell'amministrazione pubblica vige si la formazione e la capacità , ma sopratutto l'appartenenza politica. Vediamo cosa è successo negli ultimi anni . Chi tanto criticava la distribuzione dei posti a livello cantonale solo in base al tesserino politico, ora ha ingolfato l'amministrazione di personale in esubero , ma sistematicamente amici. E sappiamo benissimo che le signore hanno una maggior inclinazione a detestare una certa politica di appartenenza. Nell'economia privata, invece sanno benissimo emergere e portare positività .

Nmemo 4 anni fa su tio
Signore donne, fatevi valere sul campo, come ben lo sanno fare tante che occupano posizioni di primo livello. E' puerile invocare ancora quote rosa.

bimbogimbo 4 anni fa su tio
O povera Svizzera... abbiamo ancora dei politici e dei cittadini che pensano che con le quote rosa risolviamo i problemi del nostro paese? Siamo rovinati. Qualunque forma di protezionismo tramite delle quote è semplicemente discriminatoria, involutiva e umiliante. Spiego... Discriminatoria, in quanto una volta fatte le quote rosa, altri vorranno le quote nere, altri le quote gialle, altri le quote cristiani, altri quote diversamente abili, ecc. Involutiva, in quanto fissando delle quote si pone dei limiti alla meritocrazia; se su 100 disegnatori competenti ci sono solo 5 uomini, se obbligassi la categoria ad assumere almeno 20 uomini, avrei nel team 5 ottimi collaboratori e 15 mediocri, invece di 20 tutti fantastici indipendentemente dal genere. Umiliante in quanto, chi ottiene un incarico grazie a delle quote avrà sempre il dubbio... me l’hanno dato perché sono il più competente e meritevole attualmente sulla piazza? Oppure mi hanno dato il posto solo perché dovevano arrivare ad un certo numero di collaboratori con le mie caratteristiche fisiche, religiose, ecc? Usiamo un po’ di cervello ogni tanto e piantiamola di votare una sinistra falsa, con soluzioni inutili, che provano inutilmente a renderci tutti uguali... e che lo fanno grazie anche all’’aumento costante delle tasse

matteo2006 4 anni fa su tio
Risposta a bimbogimbo
Quoto, chi ritiene necessarie le quote non vuole annullare cancellare eliminare qualsivoglia differenza tra una persona o un'altra; è un semplice procrastinare al problema spostandolo un po più in là.

matteo2006 4 anni fa su tio
Sottoscrivo Libero pensatore, aggiungo i problemi sono ben altri e sono di responsabilità del singolo che prende le sue scelte.

Bayron 4 anni fa su tio
Siamo rovinati!!

Libero pensatore 4 anni fa su tio
Sono da sempre stato contrario a garantire delle quote a qualsivoglia gruppo di persone, incluse le donne. Questo principio non fa altro che generare discriminazioni. Le donne valide hanno tutte le possibilità di fare carriera, ma nessuno ormai ha più il coraggio di dire che molte donne capaci a un certo punto della vita fanno una scelta di campo scegliendo la famiglia al posto della carriera. Più che pensare ad introdurre delle quote rosa, bisognerebbe ripensare completamente il mondo del lavoro e gli investimenti pubblici facendo in modo che vita famigliare e lavoro possano essere conciliati meglio. C’è grande carenza a livello di strutture pre e post asilo e le rette costano caro. Mia moglie aveva un posto di responsabilità, così come ce l’ho io, che ha però dovuto abbandonare con la nascita del nostro bimbo. Purtroppo non c’erano, e non ci sono, delle strutture che ci permettessero di portare avanti i nostri lavori. E non abitiamo in valle, dove capisco che sia poco proponibile offrire certi sevizi.
NOTIZIE PIÙ LETTE