Il Gruppo socialista in Gran Consiglio spinge per la parità dei sessi: «È una questione urgente per il futuro della società ticinese»
BELLINZONA - «Più donne nei quadri delle aziende cantonali e in quelle che beneficiano di importanti contributi pubblici». Questa, in estrema sintesi, è il succo della mozione indirizzata al Governo ticinese dal gruppo socialista in Gran Consiglio formato da Raoul Ghisletta, Ivo Durisch, Fabrizio Sirica, Daniela Pugno-Ghirlanda, Carlo Lepori, Laura Riget, Anna Biscossa, Gina La Mantia, Henrik Bang e Tatiana Lurati Grassi.
I deputati del PS fanno notare - citando il Rapporto sociale e ambientale 2018 di BancaStato - «l’enorme ritardo della parità dei sessi in Ticino: nessuna donna nel Consiglio d’amministrazione, nessuna donna nella direzione generale, sole due donne su 62 sono membri di direzione. Una situazione disperata».
E le cose non vanno tanto meglio nell'Amministrazione cantonale. «La quota di donne tra i funzionari dirigenti - precisano i deputati nel testo della mozione - rimane molto debole, pur segnando una lenta progressione, come indicato di recente dal Consiglio di Stato».
Per questo il Gruppo socialista chiede al Governo «di presentare al Parlamento la situazione completa nelle aziende e degli enti cantonali e nelle aziende con importante partecipazione cantonale, come pure nelle commissioni consultive dello Stato».
Questione urgente - I deputati socialisti sottolineano che questa è una «questione urgente» da affrontare per il futuro della società ticinese e per questo chiedono al Consiglio di Stato di presentare al Parlamento un messaggio che «introduca le necessarie modifiche legislative atte ad assicurare una presenza di almeno il 30% di donne nei di consigli di amministrazione e di direzione delle aziende e degli enti cantonali, in quelli di aziende ad importante partecipazione cantonale, in quelli degli enti sussidiati in modo importante dal Cantone, a livello di funzionari dirigenti nell’Amministrazione cantonale e nelle commissioni nominate dal Consiglio di Stato».