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CANTONEBocciata l'iniziativa sulle Officine

19.05.19 - 13:46
È terminato lo scrutinio nei seggi ticinesi, con due risultati negativi. Anche il finanziamento dei semafori nel piano di Magadino non è passato alle urne
tipress
Bocciata l'iniziativa sulle Officine
È terminato lo scrutinio nei seggi ticinesi, con due risultati negativi. Anche il finanziamento dei semafori nel piano di Magadino non è passato alle urne

BELLINZONA - I ticinesi hanno detto due "no". E abbastanza secchi. Lo scrutinio dei seggi per le odierne votazioni cantonali si è appena concluso, e i risultati sono netti. No all'iniziativa per il salvataggio delle Officine di Bellinzona. No anche al finanziamento cantonale dei semafori sul piano di Magadino.

Il 73,1 per cento dei votanti ha bocciato il progetto cantonale di rimuovere le rotonde tra Cadenazzo e Quartino, e sostituirle con dei semafori. Un'operazione volta a velocizzare il traffico, ma su cui pesava un costo elevato: oltre 10 milioni di franchi. L'iniziativa è stata bocciata nella totalità dei 115 comuni ticinesi. 

Bocciata anche l'iniziativa "Giù le mani dalle Officine". Con il 65,3 per cento di "no" il popolo ha deciso - come raccomandato dal Consiglio di Stato - di non opporsi alla chiusura dello stabilimento delle Ffs a Bellinzona. Un oggetto, quest'ultimo, che ha provocato un acceso dibattito negli scorsi mesi e sembra destinato a restare un tema caldo.

Le reazioni - Difatti le reazioni non si sono fatte attendere. Per prima è arrivata quella del Movimento per il socialismo (Mps), uno degli sconfitti (dal punto di vista politico) nella giornata di oggi. «L'esito era abbastanza prevedibile» scrive il partito in una presa di posizione. «Ha sicuramente pesato il fatto che la campagna per il "no" sia stata svolta per iniziativa di personalità del Partito Socialista, contribuendo in questo modo a dividere in modo decisivo il fronte. Hanno brillato per la loro assenza nella campagna le organizzazioni sindacali». 

L'Mps non risparmia stoccate al Cantone, ai Comuni e alle Ffs, colpevoli di una «mancanza di volontà d'informazione» e di avere «alimentato ad arte una confusione sulle prospettive reali del progetto».

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