Tamara Merlo - candidata al Consiglio di Stato - ha presentato una mozione ed un'iniziativa, chiedendo di promuovere l’accesso delle donne alla politica e ai ruoli istituzionali
BELLINZONA - Il raggiungimento della parità tra i sessi passa anche attraverso le parole. Può essere riassunto con questo concetto il senso degli atti parlamentare presentati oggi dalla deputata Tamara Merlo, candidata al Consiglio di Stato con la lista tutta rosa “Più donne”.
«Le parole danno veste ai pensieri, modellano la nostra realtà», scrive la deputata, che con l’iniziativa “Per una Legge sull’esercizio dei diritti politici (LEDP) tutta al femminile” chiede di incentivare e promuovere l’accesso delle donne alla politica e ai ruoli istituzionali con un «semplice esercizio di modifica del linguaggio a costo zero», ovvero “traducendo” al femminile «una sola delle migliaia di leggi che compongono il nostro ordinamento giuridico». Una sola e non scelta casualmente.
Lo scopo infatti, prosegue Merlo, «non è rendere edotte le persone che leggono la LEDP del fatto che nella popolazione esistono le donne e gli uomini bensì dedicare alle donne, e unicamente alle donne, una legge importantissima: la legge che disciplina l’esercizio dei nostri diritti politici», nell’attesa di «avere metà del corpus normativo al femminile e metà al maschile».
Deputata e deputato - E sempre di linguaggio si parla anche nella mozione presentata dalla deputata verde, che - oltre ad auspicare un bilanciamento nelle proporzioni tra uomini e donne in Gran Consiglio a favore di «una migliore corrispondenza con quella che è la reale composizione della popolazione» - chiede al Consiglio di Stato che ogni donna eletta sia indicata quale “Deputata” anche sul sito ufficiale del Cantone.