Cerca e trova immobili

CANTONECervi e cinghiali, «ci vuole un cambio di strategia»

14.03.19 - 13:34
Cleto Ferrari chiede al Consiglio di Stato «un cambiamento di mentalità»
Tipress
Cervi e cinghiali, «ci vuole un cambio di strategia»
Cleto Ferrari chiede al Consiglio di Stato «un cambiamento di mentalità»

BELLINZONA - Risarcire i danni causati dai cinghiali ai pascoli. Queste e altre misure sono contenute nella mozione inoltrata da Cleto Ferrari, che chiede «un cambiamento di mentalità e strategia nell’affrontare i problemi causati da cervi e cinghiali».

Nel testo il deputato utilizza anche parole forti: «Lo Stato, in particolare la direzione dell’Ufficio preposto si è fatto trovare impreparato e dedito a tutt’altri obiettivi che il contenimento della specie sul fondovalle». Inoltre «la regolamentazione dell’attività venatoria è eccessivamente burocratica e pedante, e quindi conduce ad una minore cattura di animali e una minore messa a disposizione di cacciatori».

Considerato il contesto e «l’inerzia della direzione dell’UCP, la quale probabilmente predilige procedure amministrative al posto di applicare rigorosamente quanto necessario nell’interesse del paese e dei cittadini» con questa mozione Ferrari chiede quindi al Consiglio di Stato di:

    • Finanziare, al posto delle recinzioni, reti antigrandine sui filari efficaci anche contro gli ungulati. In questo modo ridaremmo per il periodo invernale i prati vignati agli ungulati e non si spingerebbero ulteriormente sul fondovalle. Alle viti i cervi non possono arrecare danni e nello stesso tempo i cervi possono fruire dell’ampio spazio prativo dove sorge il vigneto. La rete antigrandine protegge i germogli in primavera e l’uva in autunno. La superficie vignata in Ticino è di ben mille ettari! Lasciamo questi importanti spazi anche ai selvatici.
    • Fare capo alla guardiacampicoltura per educare gli ungulati a lasciare il fondovalle dopo l’inverno. Prelievi mirati facilitano questo spostamento verso i pascoli montani. La guardiacampicoltura va però indennizzata per l’importante funzione che svolge. È necessario accrescere l’efficacia della guardiacampicoltura e riconoscerne l’importanza incentivandola anche economicamente.
    • Fissare dei periodi, come ad esempio mesi di marzo ed aprile, in cui il gestore del vigneto e/o di altre colture minacciate da ungulati possa mettere per più tempo sul campo, previo avviso del guardiacaccia, un cacciatore di fiducia.
    • Risarcire i danni causati dai cinghiali ai pascoli e prati sfalciati e mettere a disposizione preventivamente la guardiacampicoltura a loro tutela come per altre colture. Se non indennizziamo questi danni i pascoli in pochi anni scompaiono lasciando spazio all’avanzata del bosco e togliendo anche importanti risorse foraggere.
    • Promuovere un cambio di mentalità nei confronti della direzione dell’UCP che possa mettere maggiore attenzione ed energia alle esigenze del paese, dei cittadini, del territorio e degli animali. Il problema degli ungulati è di difficile soluzione ma è possibile affrontarlo in modo adeguato con un semplice cambio di mentalità ossia riconoscere anche le fatiche, le risorse, la sicurezza altrui e il benessere degli animali.
    • Il Fondo a disposizione per risarcire i danni da ungulati e altri selvatici, considerato l’importante responsabilità dell’UCP nella crescita degli stessi, che sia alimentato anche da mezzi finanziari dello Stato e per esso del Dipartimento e che copra anche indennizzi riconosciuti all’importante attività svolta dalla Guardiacampicoltura.

Cofirmatari: Franco Celio, Andrea Zanini, Paolo Pamini, Sergio Morisoli

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE