Secondo il PLR l’investimento votato dal Gran Consiglio è necessario ma non sufficiente. E lo sguardo si sposta anche sulle scuole elementari
CAMORINO - L’investimento da 47 milioni, votato lunedì scorso dal Gran Consiglio ticinese a favore della digitalizzazione delle scuole è «necessario ma non sufficiente». A sottolinearlo oggi è il PLR, che evidenzia come al fine di «garantire lezioni innovative e una vera e propria educazione digitale occorre infatti considerare l’utilizzo degli strumenti multimediali sia da parte del formatore, sia da parte dell’allievo».
La preparazione dei giovani al mondo digitale, ossia l’utilizzo consapevole delle tecnologie, deve restare in altre parole «fra gli obiettivi fondamentali della scuola».
Tecnologie che - secondo il vicepresidente Nicola Pini - andrebbero sostenute maggiormente anche nelle scuole elementari. «Oggi parliamo di scuole cantonali, non entrando nel merito di quelli comunali. E questo nonostante il fatto che si trovano degli allievi che già alla fine della scuola dell’infanzia cercano il digitale. Scuole che, in questo senso, sono squilibrate dal profilo delle risorse e che forse andrebbero sostenute e incentivate tramite una politica cantonale per favorire lo sviluppo infrastrutturale. Il tutto naturalmente in collaborazione con Comuni e Direzioni scolastiche».