Il consigliere nazionale ticinese è contrario al documento adottato ieri in assemblea dalla Juso. «Non hanno rispetto per ciò che siamo»
ZURIGO - La Gioventù socialista (Juso) del canton Zurigo vorrebbe abolire le festività cristiane. All’assemblea del partito che si è tenuta ieri, la Juso ha adottato un documento in cui vengono rivendicate le feste non religiose, come la Giornata internazionale della donna. L’idea alla base è che la religione debba essere separata dallo Stato.
«Se qualcuno vuole prendere un giorno di vacanza per motivi religiosi, o altro, dovrebbe comunque avere questa opportunità - ha spiegato la neo co-presidente Nadia Kuhn a 20 Minuten -. Questo dovrebbe valere per tutti, anche per gli atei o i musulmani».
Sulla base di una separazione tra Stato e Chiesa, il documento adottato chiede anche che alcuni compiti - come la cura dei senzatetto - vengano presi a carico dalle autorità governative, anziché essere lasciate alla gestione di comunità religiose. I giovani socialisti si oppongono anche al «mito di una cultura dominante cristiana» e alla strumentalizzazione dell’Islam.
«È contro quello che siamo» - La presa di posizione dei Giovani socialisti ha suscitato l’immediata reazione del Consigliere nazionale Marco Chiesa: «È una proposta sovversiva, così come il partito da cui proviene. Sono politicamente e culturalmente pericolosi».
Il politico ticinese - candidato alla vicepresidenza del comitato direttivo dell’UDC - sostiene di sentirsi attaccato «nel suo essere cittadino svizzero»: «Dimenticano chi siamo e da dove arriviamo. Non mostrano alcun rispetto per le nostre tradizioni e la nostra cultura. Non riesco a capire perché non vada bene quello che siamo, che è la Svizzera».
Chiesa conclude con un attacco alla sinistra e al presidente Levrat, che aveva proposto la creazione di un Islam svizzero e moderato riconosciuto dallo Stato: «Si tratta di un disegno politico chiaro volto a indebolire i principi e i valori alla base della Svizzera, aprire alla religione musulmana e favorire l’immigrazione incontrollata nel nostro Paese. I giovani socialisti sono al servizio di una multiculturalità senza valori».