Rocco Cattaneo esorta i ticinesi a guardare positivo. Critica i giornalisti. Ringrazia Napoleone. E sull'albo degli artigiani dice: «Si rivelerà un boomerang»
BELLINZONA - «Basta piangerci addosso!». E' il grido di Rocco Cattaneo, che invita i ticinesi alla riscossa. E a ritrovare quel pizzico di orgoglio, tanto basta per svolgere lo sguardo verso l'orizzonte con più ottimismo. «Io credo nel futuro del Ticino. E da imprenditore credo nel suo futuro e continuerò a investire in questa terra che amo». «Siamo un'isola felice, siamo quasi alla piena occupazione e la disoccupazione non sta aumentando. Dobbiamo essere felici. E beato quel giorno che Napoleone ci ha messo da questa parte».
«Giornalisti pessimisti» - Il presidente del PLRT è un fiume in piena. Ne ha abbastanza di questo pessimismo che continua ad aleggiare in un cantone e in un paese dove «innovazione e formazione sono all'avanguardia, non dovremmo scordarcelo». «E voi giornalisti negli ultimi vent'anni state continuando ad alimentare questa ventata di pessimismo. Passano soltanto le notizie negative, che trovano certamente molto più spazio rispetto a realtà in cui l'imprenditore con coraggio investe e crea ricchezza. In quei casi il messaggio passa in secondo piano e, immancabilmente, con quel pessimismo di fondo del «Sì, mah.. vedremo».
Rocco Cattaneo con Ambrosetti - Nella sua doppia funzione di imprenditore e presidente di partito, Rocco Cattaneo sposa in pieno il contenuto dell'opinione di Franco Ambrosetti, già presidente della Camera di Commercio, che sul Corriere del Ticino di martedì, ha criticato il Ticino anti-Berna, che ostacola le imprese con leggi, limitazioni burocratiche, tasse sui parcheggi e si dimostra poco riconoscente nei confronti di una Confederazione che elargisce centinaia di milioni per mantenere la Rsi, una «struttura con oltre mille dipendenti in cui si aggiunge l'indotto».
Pioggia di investimenti delle FFS in Ticino - «E non scordiamoci delle FFS, una delle aziende che più di tutti sta investendo in Ticino: 1,5 miliardi di franchi. E per la stazione di Chiasso saranno 200 milioni», aggiunge Cattaneo, che ricorda l'importanza degli investimenti pubblici per stimolare la domanda. «Sono importantissimi e bisogna approfittare dei tassi negativi. L'ente pubblico che si indebita addirittura riceve soldi da chi li presta».
«Mobilità, formazione, innovazione» - «Per un imprenditore non conta soltanto la fiscalità. È vero, in Ticino le aliquote per gli imprenditori sono tra le più alte in Svizzera, ma le condizioni quadro per operare, investire e lavorare dipendono anche da una politica che semplifica la vita al cittadino e crea le possibilità per fare impresa. Mobilità, formazione, innovazione».
Libertà d'impresa - «Ho l'impressione che è sempre più faticoso far passare il concetto che sono sempre meno i privati che trovano le forze per investire e creare posti di lavoro - afferma Cattaneo, che ricorda l'importanza della libertà d'impresa, della iniziativa privata «che porta introiti fiscali per i Comuni, il Cantone, la Confederazione».
Il franco svizzero - La forza del franco svizzero, poi, complica la situazione. «Quando si sente che oltre la metà degli svizzeri farà le spese natalizie oltre frontiera c'è poco da stare tranquilli», aggiunge Cattaneo. «Siamo in un periodo in cui i margini di guadagno si assottigliano, la concorrenza è sempre più forte e il franco forte non aiuta. Ed è per questo che dobbiamo sforzarci per essere concorrenziali e puntare sull'innovazione».
Libertà d'impresa, libertà di pagare il proprio dipendente quanto si vuole? - È anche vero che, come facciamo notare a Cattaneo, in Ticino e in Svizzera c'è una libertà imprenditoriale a livelli molto più ampi rispetto ai paesi europei che ci circondano. Il diritto del lavoro è più snello e flessibile rispetto a Francia, Germania, Italia e il costo del lavoro non è molto più alto rispetto all'estero, con maggiore libertà di stipulare contratti individuali in regola che, in certe situazioni, non permettono di potere vivere in Svizzera. «E' vero, noi riusciamo ancora a difendere condizioni per fare impresa. Attenzione però a non perderle. La burocrazia sempre più invasiva può creare un problema. Prendiamo l'esempio dell'albo degli artigiani. Si sta rivelando un boomerang». E allora per Cattaneo sarebbe più che opportuno riprendere una proposta del deputato Franco Celio per eliminare le leggi obsolete, facendo una bella sfoltita di quelle vecchie e che non servono più. «Ciò vorrebbe dire avere il coraggio di andare a sporcarsi le mani in un lavoro che metterebbe a rischio interessi particolari, uffici e posti di lavoro».