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CANTONEDelitto di Muralto: il 32enne «è un assassino e un bugiardo seriale»

19.10.22 - 12:18
Il movente del sospetto omicida, sostiene l'accusa, è stato economico: «Lui aveva 7 franchi sul conto, lei 25'000».
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Delitto di Muralto: il 32enne «è un assassino e un bugiardo seriale»
Il movente del sospetto omicida, sostiene l'accusa, è stato economico: «Lui aveva 7 franchi sul conto, lei 25'000».

LOCARNO - È stato omicidio colposo. E non omicidio intenzionale. È quanto sostiene oggi, alla Corte di appello e revisione penale di Locarno, il 32enne tedesco accusato di aver deliberatamente ucciso la compagna 22enne, nelle prime ore del 9 aprile 2019, nella camera 501 dell'Hotel La Palma di Muralto. L'uomo, che ha sempre affermato che la giovane fosse deceduta a causa di un gioco erotico finito male, è stato condannato in primo grado, poco più di un anno fa, a 18 anni di carcere. Oggi, però, è tempo di appello.

Quella carta nascosta - La giudice Giovanna Roggero-Will inizia, insieme al 32enne, a ricostruire i fatti. La sera dell'8 aprile l'imputato e la vittima, una giovane britannica ricca di famiglia, escono a cena e stanno in giro per locali. Alle 2 del mattino, racconta l'imputato, i due rientrano in hotel e lui nasconde la carta di credito di lei nella plafoniera dell'ascensore. «È stato solo uno stupido scherzo», sottolinea. 

«Nessun litigio» - Nella camera d'albergo, secondo le testimonianze dei vicini di stanza, scoppia però una discussione molto lunga e accesa. «L'argomento della conversazione non era nulla di particolare», replica però l'imputato: «Non era un litigio, stavamo parlando del fatto che lei avrebbe voluto restare in discoteca, mentre io volevo tornare in albergo, semplicemente io ho una voce molto potente, e lo stesso lei».

«Non mi ero reso conto che qualcosa non andava» - Successivamente, sostiene l'uomo, i due fanno sesso prima sul letto e poi sul pavimento del bagno: «Lì le ho praticato l'asfissia erotica. A lei piaceva e me l'aveva chiesto. Mi sono reso conto che qualcosa non andava solo quando ha perso dell'urina, mi sono fermato immediatamente e ho allertato i soccorsi». I medici, replica la giudice, «sostengono però che è impossibile che lei non si sia reso conto di nulla, perché le vittime di strangolamento danno dei segnali di sofferenza molto forti prima di morire».

«Mente sistematicamente» - La parola passa poi all'accusa. «L'imputato non è un banale omicida, ma un assassino», così la procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, spiegando che l'uomo ha semplicemente inscenato un incidente, modificando la scena del crimine. «È una persona che mente sistematicamente e che agisce unicamente per motivi utilitaristici». Il 32enne «è bravo con le parole, ma le prove non mentono e indicano che ciò che è avvenuto è decisamente diverso da quanto da lui raccontato». L'imputato «è un bugiardo e un manipolatore. Non esiste infatti un minimo indizio di una sua vicinanza al mondo sadomaso, secondo le testimonianze di amici e di ex fidanzate, men che meno all'asfissia erotica. Sono al contrario numerosi gli indizi che indicano come lui abbia mentito alla vittima, fingendosi un ricco imprenditore e un buon padre».

Vuoti di memoria - Ma cosa è avvenuto, nella camera 501, tra le 2.30 e le 6.30 di quella notte? «Tra i due c'è stato un litigio di almeno un'ora», spiega la pp. «I vicini di stanza hanno sentito i due discutere e lei piangere». Nella camera sono poi stati trovati, nascosti dietro una spessa tenda, dei cocci di vetro di una bottiglia d'acqua distrutta. «Questi cocci sono compatibili con vari tagli riscontrati sulla 22enne, ma l'imputato», evidenzia Canonica Alexakis., «ha per lungo tempo affermato come non ricordasse di alcuna bottiglia rotta». Il cavo del telefono fisso è stato poi ritrovato strappato: «Forse la vittima ha provato a chiedere aiuto. Ma l'accusato è addirittura arrivato a sostenere che il telefono fosse già rotto».

Tagli su di lei, graffi su di lui - Sul corpo della 22enne sono inoltre stati riscontrati tagli al collo, al tronco, all'avambraccio e alla mano, ricorda Canonica Alexakis. Anche sull'accusato sono state osservate graffiature e unghiature, segno, per la pp., di una lotta il cui epilogo è stato la morte di lei.

Niente sesso, solo violenza - Quella notte non c’è stata nessuna asfissia sessuale né alcuna attività sessuale, sottolinea ancora l'accusa. «Sulle lenzuola sono state ritrovate tracce di sperma riconducibili a un rapporto avvenuto nel pomeriggio del giorno precedente, non a quella notte». Le risultanze medico legali, viene sottolineato, «indicano invece che la giovane è morta in seguito a un gesto intenzionale».

I sospetti dei soccorritori - Quando il 32enne ha lanciato l'allarme, continua Canonica Alexakis, la donna era probabilmente deceduta già da almeno due ore. I soccorritori del SALVA intervenuti quella mattina «hanno infatti tutti affermato di aver avuto l'impressione che la ragazza fosse morta da diverso tempo, e non da pochi minuti».

Sulla carta di lei 25'000 franchi, su quella di lui 7 - Il movente? Per l'accusa, puramente economico.« Subito dopo la morte della 22enne l'uomo aveva infatti testimoniato di non sapere dove si trovasse la carta di credito della ragazza. Quattro mesi dopo i fatti, quando un elettricista l'ha trovata nella plafoniera, l'accusato ha invece cambiato versione, raccontando di averle nascosto la carta per farle uno scherzo». L'imputato, secondo l'accusa, avrebbe però nascosto la carta della 22enne solo dopo la sua morte: «Intorno alle 3.30, un altro vicino di stanza ha sentito dei passi pesanti in corridoio, compatibili con la corporatura dell'accusato». Il 32enne era inoltre completamente al verde, evidenzia infine Canonica Alexakis: «Aveva solo 7 franchi sul conto e 200 franchi in mano». Al contrario, la carta della 22enne quella notte conteneva circa 25'000 franchi.

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