Per il Tribunale federale esiste il rischio di un inquinamento delle prove
I familiari della vittima ritengono il costruttore americano unico responsabile e chiedono un risarcimento. Fino ad ora negato.
BELLINZONA - Tesla non avrà accesso agli atti relativi all'incidente dell'imprenditore tedesco morto il 10 maggio del 2018 mentre era al volante di una Tesla elettrica. Il veicolo, ricordiamo, aveva sbandato durante la modalità di guida autonoma, nei pressi del cantiere autostradale sul tratto a nord della galleria del Monte Ceneri.
Come riferisce la Regione, il Tribunale federale (Tf) - dopo aver chiesto alla Corte cantonale dei reclami penali (Crp) di far riaprire e approfondire l’inchiesta, chiusa precedentemente con decreto di abbandono - teme l'inquinamento delle prove. Questo perché la procuratrice Petra Canonica Alexakis, subentrata nell'incarto ad Antonio Perugini, deve ancora effettuare gli interrogatori richiesti dall’avvocato dei familiari dell'imprenditore.
Interrogatori, utili a chiarire le eventuali responsabilità del costruttore americano. I familiari del tedesco ritengono Telsa unica responsabile del decesso causato da presunte manchevolezze e difetti di fabbricazione dell'autovettura che avrebbero influito sulla dinamica dell'incidente. Fino ad ora, tuttavia, non è stata promossa nessuna causa civile contro il gruppo, ma è stato chiesto esclusivamente di riconoscere un obbligo di risarcimento. Obbligo che Telsa per ora ha respinto, riferendo però l'interesse ad esaminare gli atti.