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LUGANO«Una fuga in avanti indegna della Svizzera»

30.05.21 - 14:15
Una demolizione lampo, quella dell’ex Molino, che, secondo Sergio Roic, «non potrebbe che essere stata pianificata».
Ti-Press (Francesca Agosta)
«Una fuga in avanti indegna della Svizzera»
Una demolizione lampo, quella dell’ex Molino, che, secondo Sergio Roic, «non potrebbe che essere stata pianificata».
«Allibita» la municipale Cristina Zanini Barzaghi, che si è detta all’oscuro di quello che sarebbe poi successo.

LUGANO - «È stata un’azione preordinata e preparata», che, «sa di vendetta». Questa l’opinione di Sergio Roic, membro del PS di Lugano e dell’Associazione idea autogestione Aida, in merito allo sgombero e alla successiva demolizione dell’ex Macello iniziata ieri sera a Lugano. Un’azione inaspettata, che ha forzato una svolta in una diatriba, quella tra Municipio e molinari, che si prolungava da anni. 

Impossibile da improvvisare - «Io ero presente. Sono stati utilizzati mezzi pesanti, il cui impiego richiede una certa organizzazione, non è una cosa che si fa in mezz’ora», così Roic. «È stata una fuga in avanti, da parte del Municipio, indegna del modo in cui si fa politica in Svizzera». Shock anche tra i cittadini giunti sul posto stamattina. C’è chi si dice stupefatto rispetto alla portata dell’azione: «Un intervento spropositato di diverse centinaia di agenti», e chi invece vuole sapere «se la decisione era stata presa precedentemente. E soprattutto quanto è costata». 

Rinforzi direttamente dalla Romandia - Le operazioni sono iniziate in tarda serata, in seguito alla manifestazione dei molinari e allo stallo degli autogestiti all’ex Istituto Vanoni. Tra le forze antisommossa, conferma Roic, «c’erano anche dei poliziotti che parlavano francese, probabilmente vodesi e ginevrini. Non è vero che fossero qui per il giro d’Italia, abbiamo chiesto loro se fossero venuti per quello e non sapevano nemmeno ci fosse». Le forze dell’ordine romande avrebbero inoltre detto, riferendosi a chi avrebbe dato l’ok all’operazione: «Sapete molto bene a chi dovete rivolgervi». 

Per qualcuno era una vera casa - All’arrivo degli agenti e delle imprese di demolizione all’ex Macello ci sarebbero state una decina di persone. «Alcune, evidentemente bisognose, abitavano lì», sottolinea Roic, «anche con dei bambini. Erano stati accolti dai molinari per solidarietà, e ora non so dove andranno». 

Senza parole anche parte del Municipio stesso - Un’azione inaspettata, al momento ancora parzialmente avvolta nel mistero. Anche per la municipale e responsabile Immobili e edilizia pubblica della Città di Lugano Cristina Zanini Barzaghi: «Io non sapevo nulla, e nemmeno i servizi del mio Dicastero. Non so cosa dire, sono allibita. Bisognerà parlarne mercoledì in municipio». E specifica che avrebbe gradito essere a conoscenza di quanto stava per accadere, «almeno per quanto riguarda ciò che è di mia competenza. Anche perché stiamo parlando di un bene culturale, e di procedure che andrebbero fatte». 

«Sassi e bottiglie verso gli agenti»

Con riferimento all'intervento all'interno del CSOA il Molino, «avvenuto su mandato dell'autorità comunale», la Polizia cantonale ha nel frattempo comunicato che nel corso della notte è stato lasciato da tutti i manifestanti l'edificio situato in via Simen, illecitamente occupato da un centinaio di persone a margine del corteo di sabato pomeriggio.

«Durante il dispositivo, svolto con il supporto della Polizia Città di Lugano, di forze intercantonali e di altre polizie comunali, è stato identificato e controllato un centinaio di persone la cui posizione si trova ora al vaglio», ha informato in un comunicato la Polizia, che ha indicato anche che «a disposizione degli inquirenti vi sono diverse ore di registrazioni video. Il materiale si trova in fase di analisi e verranno valutate eventuali denunce».

Inoltre vengono segnalati «alcuni danneggiamenti» in via Simen e in via Capelli: «Gli autori dei vandalismi sono stati identificati e saranno denunciati al Ministero pubblico». In particolare, «nelle prime ore del mattino si è ripetutamente verificato il lancio di sassi e bottiglie in direzione del cordone di sicurezza posto intorno all'area dell'ex Macello», ed è stato «di conseguenza necessario un ulteriore intervento al fine di sciogliere i capannelli di persone che si erano formati e scongiurare il protrarsi di tali gesti».

In quest'ultimo contesto, due persone sono state fermate per accertamenti e in seguito rilasciate.

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