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Assembramenti: «Difficile fermare una folla simile»

LUGANOAssembramenti: «Difficile fermare una folla simile»

07.04.21 - 08:02
Il bilancio della Polizia e l'amarezza per il comportamento generale: «È indispensabile una spontanea collaborazione»
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Assembramenti: «Difficile fermare una folla simile»
Il bilancio della Polizia e l'amarezza per il comportamento generale: «È indispensabile una spontanea collaborazione»
Le zone più battute? Piazza Cioccaro, la Foce del Cassarate e il Parco Ciani.

LUGANO - Decine (per non dire centinaia) di persone bicchiere in mano, con facce sorridenti. Piazza Cioccaro, ma anche il Parco Ciani e la Foce sono stati, ancora una volta, un richiamo per giovani e adulti. Le immagini, ormai note, riescono sempre a lasciare a bocca aperta. Sembrano infatti datate, vista l'assenza praticamente totale di mascherine e il mancato rispetto delle distanze di sicurezza. Invece risalgono a questo weekend.

La notte imprudente - «Un weekend che ci ha visti impegnati di giorno, nelle zone di protezione individuate dalla Città (quindi del mercatino), e di notte, specie nei pressi dei take away e della Foce», ci spiega al telefono Wladimiro Castelli della polizia comunale di Lugano. E se di giorno problemi non ce ne sono stati - «più dell'85% delle persone indossava la mascherina» -, la notte ha risvegliato il lato più imprudente della popolazione.

Tutti a bere - «Un problema si è identificato nei pressi dei take away, in sostanza dei banchi mescite, nelle vicinanze dei quali si sono radunate fino a 200 persone. In particolar modo nei pressi di Piazza Cioccaro», spiega Castelli.

Di fronte a una situazione del genere la Polizia non ha potuto far altro che monitorare la situazione: «A livello operativo la nostra è stata una presenza costante, ma fermare una folla simile, intenzionata com'era a radunarsi, non è stato possibile», prosegue il tenente.

Poliziotti a «sorvegliare» - Insomma si è osservato nell'impossibilità di intervenire. «La Polizia interviene secondo i principi di proporzionalità e opportunità. Se non c'è un reato non corre il rischio di ottenere una reazione che, trattandosi di una massa di persone, può essere molto diversa di quella che si ha con il singolo».

«Una società problematica» - «La polizia si è limitata alla sensibilizzazione - aggiunge Castelli con amarezza -. Ma con il risultato che era lì da vedere. Di fronte a una situazione simile, ci si sarebbe aspettati una risposta diversa. E non mi riferisco solo all'uso della mascherina. Quanto accaduto mostra una società problematica. E non è certo la Polizia, applicando la legge, che può risolvere il problema. Noi abbiamo supervisionato affinché nessuno si facesse male. E così è stato».

Proteggere e proteggersi - In qualche modo, anzi, la Polizia ha dovuto proteggersi. «C'è stata una situazione dove è stato meglio mettersi da parte. Per un gruppo di svizzero tedeschi in piazza della Riforma, questa domenica, la nostra presenza poteva diventare motivo di "nervosismo". Allontanandoci, la situazione si è risolta da sola», prosegue l'ufficiale di picchetto nel weekend.

La questione Foce - Anche alla Foce, come ormai d'abitudine, non sono mancati assembramenti: «Un centinaio di giovani - conferma Castelli -. Quantomeno ha funzionato il dispositivo attivato per impedire l'accesso di vetri e oggetti pericolosi. Inoltre erano suddivisi in gruppetti. Una forte presenza, quindi, ma ordinata».

Anche qui è toccato assistere, senza intervenire: «Il consumo di alcol e stupefacenti c'è stato. Ma tutto sommato le cose sono andate meglio rispetto a qualche settimana fa. Nonostante sia toccato ripulire l'area del parco giochi al Ciani dalla sporcizia lasciata da qualcuno il sabato».

«Manca la collaborazione» - Il bilancio di Castelli si conclude con un riflessione amara: «Quando c'è una parte così grande della popolazione che ignora la legge con così tanta ostinazione, ci si trova nella difficoltà ad adempiere ai nostri doveri. La Polizia deve ricercare la spontanea collaborazione della gente affinché le leggi siano rispettate. La nostra polizia si impegna in questo senso e continuerà a farlo, perché se una parte dei cittadini non collabora, ciò rischia di pesare in modo doloroso su di esse e anche sulle sorti di altre persone».

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