Raggiri in rete e spaccio di cocaina sono le accuse per i due nigeriani
LUGANO - Due quarantenni nigeriani sono finiti dietro le sbarre con l'accusa di aver compiuto reati che vanno dalla truffa allo spaccio di droga.
Uno dei due, residente nel Luganese e sul quale pendeva un mandato d'arresto della Magistratura ticinese per i reati di truffa e riciclaggio di denaro, è stato fermato nei pressi del valico autostradale di Chiasso Brogeda. L'uomo è sospettato di far parte di un sodalizio dedito alle cosiddette truffe nigeriane.
Si tratta di un raggiro noto da tempo alle nostre latitudini e che si articola, nelle sue numerose varianti, in più fasi.
Da un lato vi è l'attività criminale informatica vera e propria che seleziona vittime in rete e, con una serie di sotterfugi e inganni, li spinge a trasferire del denaro.
Dall'altro vi è la ricezione dei soldi, provento dell'attività truffaldina, da parte di soggetti (denominati Money Mules). Questi, reclutati ad hoc (di regola via internet), mettono a disposizione il proprio conto bancario o postale per l'accredito. A loro volta devono inviare il denaro a terze persone, che di regola non conoscono. Il tutto al fine di vanificare l'accertamento dell'origine, il ritrovamento o la confisca dei valori patrimoniali frutto del reato.
In un secondo momento, nell'ambito dei successivi accertamenti, è stato trovato e fermato al domicilio dell'arrestato il secondo 40enne. La perquisizione personale di quest'ultimo ha permesso di rinvenire diverse decine di "bolas" di cocaina.
l'uomo è sospettato di aver spacciato negli ultimi due anni un importante quantitativo di droga a consumatori locali.
Le ipotesi di reato nei suoi confronti sono di infrazione aggravata, subordinatamente semplice e di contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.
L'inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Francesca Piffaretti-Lanz.