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BOMBINASCO (CURIO)La casa del dramma è stata ricostruita

17.05.23 - 06:30
Nel 2014 qui morirono madre e figlia travolte da una frana. Il sindaco: «Eppure gli esperti non l'hanno giudicata zona pericolosa».
Foto di Davide Giordano
La casa del dramma è stata ricostruita
Nel 2014 qui morirono madre e figlia travolte da una frana. Il sindaco: «Eppure gli esperti non l'hanno giudicata zona pericolosa».

BOMBINASCO (CURIO) - Se passi di lì, l'occhio ti cade per forza su quella casa. Quella del curvone di Bombinasco (Curio), luogo in cui nel tardo pomeriggio del 5 novembre 2014 morirono madre e figlia travolte da una tremenda frana. La tragedia sconvolse il Ticino. La casa, seppure in formato ridotto, è stata ricostruita. Come è stato possibile, visto quanto accaduto? «Gli specialisti – fa notare il sindaco Gianni Nava – dopo una lunga serie di controlli hanno ritenuto che quella non è una zona potenzialmente a rischio». 

Quel giorno maledetto – La notizia sembra incredibile. Eppure è reale. «Già all'epoca non c'erano indicazioni di pericolo su quel posto – riprende il sindaco –. Il dramma colse tutti di sorpresa. Quel giorno sul Malcantone cadde una quantità di pioggia enorme. Assolutamente fuori dal normale. Gli esperti tuttavia sono giunti alla conclusione che quanto successo fosse dovuto a una fatalità. A una bomba d'acqua che aveva trascinato bosco e detriti fino a travolgere la casa». 

Preavviso favorevole dal Cantone – Il luogo si trova "fuori zona". Dunque non è possibile costruire nuove abitazioni. «In questa circostanza, tuttavia, si trattava di una ricostruzione. Il preavviso favorevole è arrivato dal Cantone. L'edificio non è nemmeno stato ricostruito nella sua forma originale. Oggi è più piccolo e ha un uso prevalentemente agricolo. La licenza edilizia l'abbiamo rilasciata nel 2019. Mentre la casa è stata ricostruita negli anni successivi».

Per non dimenticare – Una ricostruzione voluta dalla famiglia delle vittime. In particolare dal papà della giovane mamma deceduta. Nella regione questo "ritorno alla vita" è stato accolto positivamente. «Chiaramente non si può chiudere una ferita del genere – ammette Nava –. La tragedia resta per sempre. Però è un'operazione che ha un alto valore simbolico. Una specie di memoriale. Realizzato per non dimenticare».  

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