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CANTONETabaccologi, in Ticino, si diventa: «Non serve dire “devi smettere”»

25.04.23 - 06:30
«Il fumo dà una dipendenza forte quanto quella dall'eroina», così il dottor Jacques-Philippe Blanc.
Tipress (simbolica)
Tabaccologi, in Ticino, si diventa: «Non serve dire “devi smettere”»
«Il fumo dà una dipendenza forte quanto quella dall'eroina», così il dottor Jacques-Philippe Blanc.

LUGANO - È una formazione «unica nel suo genere a livello europeo» quella del CAS (certificate of advanced studies) in tabaccologia. Proposta dalla SUPSI e dalla Lega polmonare ticinese, di recente è stata portata a termine da 18 professionisti della sanità ticinesi. Ma a cosa serve il tabaccologo?

«Il fumo dà una dipendenza forte quanto quella dall’eroina. In molti lo considerano un vizio, ma in realtà è una malattia cronica», spiega Jacques-Philippe Blanc, specialista in medicina interna e responsabile scientifico del CAS. Smettere di fumare, senza un supporto appropriato, diventa così una vera e propria impresa: «Il fumo è estremamente normalizzato in Svizzera, e la lobby del tabacco è particolarmente potente».

Di solito in ambito sanitario «si dà al paziente delle soluzioni per lottare contro la dipendenza fisica», specifica Blanc, «ma quello che davvero blocca il fumatore è l’automatismo che si cela dietro al gesto del fumare. Il fattore psicologico è preponderante».

Morale della favola: per aiutare un fumatore a smettere occorre andare oltre la laurea in infermieristica o in medicina. «Acquisire delle conoscenze specifiche relative al fumo è importantissimo, perché è uno dei fattori di rischio principali per tante malattie», conferma Matteo Mattiolo, medico generalista e partecipante al CAS. «Nel mio campo si tende a dire al paziente un banale “devi smettere”, senza fornire il supporto necessario per affrontare questo tipo di percorso». Con il fumatore «è importante evitare l’approccio moralista», ha appreso Mattiolo, «soprattutto quando si tratta di pazienti che hanno malattie gravi legate al fumo. La chiave di volta è invece quella di accogliere e motivare la persona».

Intanto, con l’avvento delle sigarette elettroniche, l’universo del fumo diventa sempre più complesso. E la SUPSI pensa già al futuro: «L’idea è quella di riproporre il CAS nell’annata 2024-2025», spiega Mauro Realini, responsabile didattico del CAS. «Visto che ha suscitato interesse anche Oltralpe intendiamo integrare maggiormente la modalità di studio a distanza. Valuteremo inoltre la possibilità di offrire il corso in inglese, così da poter ammettere partecipanti anche dalla Svizzera tedesca e dalla Romandia».

Il nuovo CAS, intanto, sta già facendo brillare il Ticino: ha infatti ottenuto il riconoscimento dell’European network for smoking and tobacco prevention.

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