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CANTONE«Dalle casse che piangono al dumping salariale»

27.03.23 - 06:30
Pochi giorni ai risultati delle elezioni cantonali: Christian Vitta, direttore del Dipartimento Finanze ed Economia, a tutto tondo.
Ti-Press
«Dalle casse che piangono al dumping salariale»
Pochi giorni ai risultati delle elezioni cantonali: Christian Vitta, direttore del Dipartimento Finanze ed Economia, a tutto tondo.

BELLINZONA - Mancano pochi giorni al verdetto delle votazioni cantonali. Stavolta tocca a Christian Vitta (PLRT), direttore del Dipartimento Finanze ed Economia, sottoporsi al "questionario" di Tio/20Minuti. 

Piangono le casse del Ticino. Ne pagheranno le conseguenze i cittadini?
«Lo sforzo che si delinea per raggiungere l’obiettivo di riportare i conti dello Stato in equilibrio sarà importante e richiederà una responsabilità collettiva. Si cercherà di intervenire in maniera equilibrata limitando i disagi per i cittadini».

Le statistiche dicono che ci sono meno disoccupati. La realtà evidenzia come molti preferiscano vivere di risparmi o espedienti piuttosto che rivolgersi agli URC. Cosa ne pensa?
«È importante che ogni persona disoccupata si iscriva all’Ufficio regionale di collocamento, così che possa essere registrata, seguita e beneficiare delle misure di sostegno. Inoltre, il partenariato tra Servizio aziende URC e datori di lavoro permette di offrire delle opportunità d’impiego».

Il Covid ha ridotto alcune persone sul lastrico. Si poteva fare meglio nella gestione degli aiuti?
«Tra indennità per lavoro ridotto, indennità perdita di guadagno Corona, prestiti Covid e aiuti per i casi di rigore in Ticino sono stati iniettati più di 2,5 miliardi di franchi: aiuti importanti che hanno anche permesso di evitare la temuta esplosione dei tassi di disoccupazione e di assistenza».  

Dumping salariale. Perché non si riesce a risolvere una volta per tutte questo problema?
«Si tratta di un tema prioritario e per il quale negli ultimi anni sono stati messi in campo diversi strumenti. Inoltre, il Ticino è da diversi anni il Cantone con la percentuale più alta di controlli sul mercato del lavoro. Malgrado questi sforzi possono sempre persistere situazioni non conformi».

Il numero di frontalieri cresce sempre di più. Giusto assumerli se sono in gamba. Ma cosa pensa di chi li assume per pagarli di meno?
«L’assunzione di frontalieri non deve essere motivo di speculazione da parte delle imprese. Nei prossimi mesi riprenderemo il tema della clausola di salvaguardia da attivare quando si manifestano importanti distorsioni nel mercato del lavoro a livello regionale».

Fuga dei cervelli: i talenti preferiscono andare a Zurigo perché ricevono un salario più dignitoso. Non è drammatico?
«I fattori possono essere molteplici. Storicamente numerosi ticinesi hanno seguito questa via, accentuata dall’aumento dei percorsi accademici, così come da un’accresciuta mobilità. Oggi è prioritario fare in modo che queste persone, se lo desiderano, possano ritornare nel nostro Cantone».  

Se uno perde il lavoro a 50-55 anni, ha grandi probabilità di non ritrovarne un altro. Come si può porre fine a questa piaga?
«I disoccupati over 50 presentano maggiori difficoltà di reinserimento professionale, ma non siamo di fronte a una “piaga”. Con gli URC offriamo loro un sostegno sempre più individualizzato che sta dando buoni risultati».

Agricoltura, sempre più burocrazia. Tanti gettano la spugna. È la fine di un'era?
«Anche il settore agricolo evolve, ma vi sono comunque dei giovani che ogni anno decidono di intraprendere questa strada. Abbiamo a cuore il settore primario e ci adoperiamo per mantenere un costante dialogo con i nostri agricoltori». 

Tutti si riempiono la bocca con la parola digitalizzazione. Fenomeno che tuttavia crea anche tanto stress per il continuo aggiornamento delle competenze. Non è un’arma a doppio taglio?   
«La digitalizzazione è un fenomeno irreversibile che porta con sé possibili disagi, ma anche opportunità da cogliere. È importante accompagnare le fasce di popolazione più penalizzate dall’evoluzione tecnologica, ad esempio garantendo la formazione continua e le riqualifiche professionali». 

Caso Credit Suisse: preoccupato? 
«È una situazione che non lascia indifferenti. Sarà importante seguire da vicino lo sviluppo delle prossime fasi, adoperandoci per contenere al massimo l’impatto occupazionale. In questo senso abbiamo già allacciato i primi contatti con l’ABT e i vertici regionali della banca».

Il suo più grande traguardo in questa legislatura?
«La gestione della fase più acuta della pandemia, in veste di presidente del Consiglio di Stato, è stata intensa e impegnativa. Ma allo stesso tempo come Governo siamo riusciti a creare una forte vicinanza e unione con la popolazione».

Il suo rimpianto?
«È stato un quadriennio molto particolare, in cui abbiamo vissuto in uno stato di emergenza permanente. Mi sarebbe piaciuto dedicare più attenzione e tempo ai temi più strutturali ai quali la gestione della pandemia ha forzatamente tolto spazio».

Cosa fa Vitta per staccare la spina e rilassarsi?
«Giardinaggio, un’attività che mi permette di stare all’aperto e rilassare la mente». 

Perché un ticinese dovrebbe votarla?
«Per poter portare avanti gli importanti progetti avviati in questi anni e in cui credo fortemente».

 

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