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CANTONE«Noi sovraccaricati dallo stress lavorativo, così ci si ammala»

12.04.23 - 06:30
Personale stremato presso la Sezione cantonale della popolazione. Il Dipartimento delle istituzioni che farà?
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«Noi sovraccaricati dallo stress lavorativo, così ci si ammala»
Personale stremato presso la Sezione cantonale della popolazione. Il Dipartimento delle istituzioni che farà?

BELLINZONA - La questione andrebbe avanti da mesi. E avrebbe raggiunto il picco nelle scorse settimane. Diversi uffici della Sezione della popolazione sarebbero in una condizione di sovraccarico lavorativo. Una situazione che sarebbe legata a più fattori. «Non ce la facciamo più ad andare avanti con questi ritmi – racconta un lavoratore –. Siamo costantemente sotto pressione».  

Giorni di malattia da ridurre – A essere toccate da questa condizione sarebbero decine di impiegati. In particolare quelli della registrazione della posta in entrata, che si occupa delle richieste di permesso. In un recente meeting, a chi lavora in questo settore sarebbe stato esplicitamente chiesto di cercare di ridurre il numero di assenze per malattia.

Ai vertici si relativizza – Il medico del personale sarebbe dunque a conoscenza dei fatti. Anche se ai vertici del Dipartimento delle Istituzioni, contattati da Tio/20Minuti, si parla di picco come ce ne sono tanti in questo ambito. E al di là della volontà di migliorare sempre il servizio e la qualità di vita dei lavoratori, non sembrerebbe esserci particolare preoccupazione. 

«Manca personale» – Intanto però si segnala stress anche all'Ufficio permessi, in cui ci si occupa delle persone provenienti dagli Stati terzi e dall'Unione europea. Idem al centralino, alla cancelleria e al servizio giuridico. Un po' meno disagi al servizio che si occupa dei richiedenti l'asilo. «Manca personale – sostiene un altro interlocutore –. Al servizio posta in entrata ci sono persone che registrano 180 buste al giorno. È un lavoro che andrebbe fatto in due». «La mole di lavoro è aumentata di molto – aggiunge un altro lavoratore –. Ci sono più stranieri, più permessi da rinnovare».

Pericolo burnout – Ci sarebbero anche alcuni casi di persone in burnout. «Al momento i nostri superiori non reagiscono – dice la prima persona che ha contattato Tio/20Minuti –. Non si chiedono perché tutti questi collaboratori si stanno ammalando. Così si lavora tantissimo e si fanno anche molti errori. A volte lavoriamo più di 10 ore al giorno. Per non parlare del contact center che risponde a centinaia di chiamate quotidianamente. Diverse di queste sono relative agli errori. È un cane che si morde la coda. Speriamo che questo nostro appello serva. Urgono rinforzi».  

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