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SHANGAI«Io che ho vissuto il terribile lockdown cinese»

31.12.22 - 10:31
Il racconto di Ambra Schillirò, giornalista e imprenditrice: «Anno tremendo. Quando sono finite le restrizioni, ho pianto».
Ambra Schillirò
«Io che ho vissuto il terribile lockdown cinese»
Il racconto di Ambra Schillirò, giornalista e imprenditrice: «Anno tremendo. Quando sono finite le restrizioni, ho pianto».

SHANGAI - «Quando qualche giorno fa le autorità cinesi hanno annunciato la fine delle restrizioni ero in Thailandia per festeggiare il compleanno di mia mamma che non vedevo da quasi quattro anni. Ho pianto. E come me hanno fatto tanti altri miei conoscenti». A raccontarlo è Ambra Schillirò, giornalista e imprenditrice che vive a Shangai. Contattata da Tio/20Minuti, riassume il suo 2022 da incubo. Un anno contraddistinto dal tremendo lockdown cinese. «È stato terribile. Nel 2020 sono stata la prima a chiudermi in casa e a sposare la strategia "Zero Covid". Quello che è successo nel 2022 però non ha senso».

I cinesi sono tornati a viaggiare. E il resto del mondo ha paura...
«Capisco la potenziale preoccupazione per nuove varianti dopo due anni di epidemia. Ma quello che sto leggendo mi sta veramente preoccupando. La situazione non è come viene descritta. E la violenza verbale delle persone su internet contro chi arriva dalla Cina è inaudita».

E allora quale sarebbe la situazione? 
«Era inevitabile l’arrivo dei contagi, a questo punto. Però la strategia utilizzata dalla Cina ha fatto sì che questi contagi stiano arrivando ora che il virus non è più pericoloso. Infatti tante persone non hanno sintomi gravi». 

L'Occidente non si fida. E i cinesi vengono accolti negli aeroporti a suon di tamponi. 
«Ripeto: la preoccupazione per possibili nuove varianti la capisco. È la narrativa il problema. Trovo molto più preoccupante la reazione delle persone che “urlano” un po' ovunque che dovremmo starcene a casa, che non dovremmo uscire dalla Cina. Come se non fossero bastati i tre anni in gabbia che abbiamo vissuto. Ancora una volta abbiamo la dimostrazione che questa pandemia non ci ha reso né migliori né più umani».

Come si sentono i cinesi al momento? 
«Non ho sentito una particolare apprensione. Dopo tre anni chiusi dentro la bolla, penso che l’ultimo dei problemi dei cinesi e degli stranieri che abitano in Cina sia fare un tampone all’aeroporto. Credo che la problematica più grande possa essere il razzismo che può scaturire dalla narrazione che si sta sviluppando. Il concetto di “sbatti il mostro in prima pagina” ci sta riportando alla situazione del 2020 quando la gente ha ghettizzato i cinesi e chi veniva dalla Cina». 

Torniamo ai recenti lockdown. Come li ha vissuti?
«Malissimo. Sia per la durata, sia per le difficoltà iniziali nel reperire cibo e acqua, sia per la mancanza di informazioni. Quest’ultima è stata la cosa che mi ha personalmente distrutto di più mentalmente. I giorni e le settimane passavano e nessuno sapeva quando avremmo avuto la possibilità di uscire».

Come è riuscita a tenere duro?
«Insieme ad alcuni amici avevamo creato una chat di gruppo che si chiama “Highlanders” per cercare di scherzare sulla situazione. La sera facevamo videochiamate, ci aiutavamo con le informazioni, organizzavamo giochi online. Un gruppo di supporto insomma. Quello che è successo ha lasciato un segno indelebile in molti. Dopo il lockdown abbiamo vissuto, fino alla fine delle restrizioni, con la paura costante che potesse capitare di nuovo».

Ad alcuni in effetti è successo.
«Il mio condominio è stato in lockdown solo altre due volte, ma mio cugino, che vive con me, ha incontrato un positivo in un supermercato, quindi lo hanno chiuso in casa per ulteriori nove giorni mentre io sono andata a dormire in un hotel. Una mia amica ha fatto in totale 105 giorni di lockdown nel 2022. È stato un inferno. Anche raggiungere mia mamma e mio fratello in Thailandia non è stato facile». 

E come ha fatto? 
«Qualche giorno prima che io partissi, una mia amica è stata bloccata in casa perché positiva. Quando mi ha scritto per dirmelo sono andata in panico. Non sarei riuscita a festeggiare il compleanno di mia mamma? Ho preso il primo biglietto utile e sono scappata di notte a inizio mese. Due giorni dopo la mia partenza hanno cominciato ad allentare tutto. E lì sono arrivate le lacrime». 

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