Il Comitato ticinese contro la guerra ripudia la decisione annunciata dal Consiglio federale
LUGANO - «È inaccettabile discriminare dei rifugiati rispetto ad altri: non esistono profughi di serie B».
Non è andata giù al Comitato contro la guerra e contro il riarmo la decisione del Consiglio federale di sospendere l'accoglienza dei rifugiati particolarmente vulnerabili. Le motivazioni, lo ricordiamo, riguardano le capacità di accoglienza e di sostegno sotto pressione.
Secondo il comitato ticinese, in questo modo la Svizzera «non rispetta i diritti dei richiedenti l’asilo e rinnega di fatto un preciso impegno» preso con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Questa decisione, per il gruppo che si schiera contro i conflitti, equivale a «uno schiaffo alle enormi sofferenze che queste persone hanno già dovuto patire».
In particolare, il gruppo ripudia il fatto di «discriminare la popolazione in fuga da Afghanistan, Siria e Sudan rispetto ai rifugiati ucraini». Per loro, «la politica di apertura dev'essere a beneficio di chiunque fugga da una situazione di guerra. Non esistono profughi di serie B». Anche perché «la Svizzera ha i mezzi per aumentare la propria disponibilità di posti, anche in deroga al tetto massimo fissato dal Consiglio Federale».
L'appello alla Consigliera federale Karin Keller-Sutter è quindi uno: «Intraprendere tutto il necessario per revocare la decisione di interrompere il programma, permettendo così a questi richiedenti di trovare l’accoglienza di cui necessitano».