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«Un idealista, un amante della montagna, un vero scout»

LUGANO«Un idealista, un amante della montagna, un vero scout»

14.11.22 - 16:49
Le voci di chi ha partecipato al funerale di Monsignor Ernesto Togni. Il ricordo di un grande uomo. Non sempre capito.
Foto di Davide Giordano
«Un idealista, un amante della montagna, un vero scout»
Le voci di chi ha partecipato al funerale di Monsignor Ernesto Togni. Il ricordo di un grande uomo. Non sempre capito.

LUGANO - «Ho cercato di dire solo cose vere e autentiche, dimenticate troppo presto. Ho detto quello che mi pareva si meritasse, perlomeno per i suoi funerali». La voce flebile è quella di don Mino Grampa al termine dell'estremo saluto al vescovo emerito Ernesto Togni. È stato lui a celebrare la messa di commiato. E le sue parole durante l'omelia hanno evidenziato come don Ernesto durante il suo episcopato, tra il 1978 e il 1986, non sempre sia stato compreso. Anzi. Spesso il verzaschese ha dovuto masticare amaro. 

«Quei valori da portare avanti» – Siamo di fronte alla cattedrale di Lugano. La cerimonia è al termine. E c'è tanta emozione, come testimonia il video realizzato da Tio/20Minuti. Due donne, Mariella e Cosetta Nobile, madre e figlia, rammentano lo spirito scout del religioso di Brione Verzasca deceduto venerdì all'età di 96 anni. «Il mio foulard l'ho messo sulla bara», dice Mariella. Cosetta aggiunge: «Sono commossa per l'ambiente che si è creato attorno al vescovo Togni. Sono scout anche io. Abbiamo valori che bisogna portare avanti. E lui lo faceva con rettitudine». 

Dalla forza alla fatica – Presenti al funerale anche i consiglieri di Stato Claudio Zali, Norman Gobbi e Raffaele De Rosa. «Don Ernesto ha dato tanto ai giovani – sottolinea De Rosa –. Cercava sempre di trasmettere loro cinque concetti che restano di estrema attualità. Forza, fiducia, fedeltà, fantasia e fatica. L'omelia di Grampa? Mi ha toccato molto. Ha reso l'idea di quanto questa persona sia stata importante per il nostro Cantone».

Il legame con la montagna e l'apertura verso il mondo – Incontriamo Dorotea Maury-Oberson un'ex parrocchiana di Tenero. «Da parroco apriva la sua casa a tutti. Era molto amico delle famiglie, aveva un bel rapporto anche con mia mamma. Era davvero una bella persona. Era felicissimo di giocare coi giovani». Sul sagrato c'è anche Angelo Scalmazzi, ex segretario comunale di Brione Verzasca. «Monsignor Ernesto l'ho conosciuto da ragazzo, è sempre stato legato alla montagna. Lui parlava il brionese. Era un verzaschese vero. Di lui mi piace ricordare l'apertura verso i giovani, ma anche quella verso il mondo. Importante è stata la sua opera missionaria. Ha fatto davvero cose egregie». 

«Vicino alla gente» – Un uomo che è stato più prete che vescovo. E Scalmazzi lo riconosce: «Sì, perché in fondo lui voleva restare vicino alla gente. Sempre. A volte era un po' rigido come sono rigide le persone di valle. Era un grande idealista. Anche per questo durante il suo episcopato ha sofferto così tanto e a volte non è stato capito».   

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