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LOCARNOBehrami e una principessa per parlare di integrazione

22.09.22 - 11:29
In occasione della giornata cantonale dell’integrazione, una riflessione sul ruolo delle diaspore in Ticino
ti.ch
Behrami e una principessa per parlare di integrazione
In occasione della giornata cantonale dell’integrazione, una riflessione sul ruolo delle diaspore in Ticino

LOCARNO - Da Kabul a Roma, da Mitrovica a Stabio: due destini diversi, uniti dallo stesso sguardo nostalgico verso il proprio Paese d’origine, nonostante un percorso di successo.

Chi appartiene a una diaspora svolge un ruolo fondamentale nell’integrazione dei propri connazionali nella società di accoglienza, fornendo al contempo un considerevole contributo allo sviluppo del proprio paese. La riflessione sul ruolo delle diaspore in Ticino darà anche l’occasione per individuare le possibilità di collaborazione tra istituzioni e attori della diaspora nell’attività di accoglienza e integrazione in Ticino dei propri esuli.

Sabato 1 ottobre a Locarno, in occasione della Giornata cantonale dell’integrazione e grazie alla moderazione di Giancarlo Dionisio, giornalista, saranno rievocati i capisaldi della ricerca di Giuliano Battiston sul ruolo fondamentale della diaspora afghana in Italia, in particolar modo quale motore di sviluppo socio-economico e nella risposta alla crisi dopo il ritorno dei talebani.

La diaspora afghana ha avuto anche un capitolo tutto ticinese, con la presenza stabile a Locarno, tra il 1957 e il 1959, di Re Amanullah Khan, sovrano dell’Afghanistan sino al momento dell’esilio nel 1929. Questo fatto sarà rievocato dalla nipote principessa Soraya Malek, nata in Italia e oggi impegnata a sostegno del suo popolo. Con lei, Hossein Azimi, vice-presidente dell’Associazione Comunità Afgana in Ticino, evocherà l’accoglienza e il percorso di integrazione dei suoi connazionali nel Cantone.

La comunità kosovara in Svizzera ha radici lontane. La sua presenza nella Confederazione risale agli anni ’60, grazie all’arrivo di numerosi lavoratori. L’apice è poi stato raggiunto negli anni ’90 durante la guerra durata sino al 1999. Oggi si stimano circa 8000 kosovari in Ticino, e tra i 200 e i 250’000 in tutta la Svizzera. Tra questi la famiglia di Valon Behrami, nato nella ex Jugoslavia nel 1985 e giunto in Ticino nel dicembre 1990. A Locarno rievocherà la sua esperienza migratoria. Grazie al calcio ha avuto l’opportunità di vivere un percorso sportivo straordinario. Ciononostante, non sono mancati eventi traumatici dai quali come migrante è fuggito, e come altri kosovari ha mantenuto un forte legame con la terra d’origine.

La Giornata cantonale dell’integrazione 2022 coincide con la Festa dei Popoli, tradizione interrotta nel 2008, che la Città di Locarno intende riprendere per superare il particolare periodo che stiamo vivendo. Una quarantina di associazioni ed enti che si occupano di integrazione saranno presenti per ricordare che le diverse culture e peculiarità che ognuno porta con sé sono fonte di ricchezza per la società. La Giornata dell’integrazione e la Festa dei Popoli prenderanno avvio alle ore 11.00 con i saluti ufficiali da parte del Sindaco di Locarno Alain Scherrer, del Consigliere di Stato Norman Gobbi e della capa-dicastero Nancy Lunghi.

Sabato 1. ottobre 2022 a Locarno si svolgerà la Giornata cantonale dell’integrazione nell’ambito della Festa dei Popoli. La collaborazione tra il Servizio per l’integrazione degli stranieri del Dipartimento delle istituzioni e la Città di Locarno ha permesso di riunire una quarantina di enti e comunità che si occupano di progetti d’integrazione e di persone con retroterra migratorio. In questo contesto una tavola rotonda in programma alle 14.30 nella sala del Consiglio comunale a Palazzo Marcacci svilupperà la riflessione sul ruolo delle diaspore, afgane e non solo, attraverso alcune voci prestigiose: la principessa d’Afghanistan Soraya Malek, punto di riferimento delle diaspore afgane all’estero, e Valon Behrami, calciatore con 83 presenze nella Nazionale svizzera nato a Mitrovica, che rievocherà la sua esperienza di esule dal Kosovo. Con loro anche il giornalista e ricercatore Giuliano Battiston.

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