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Arbedo-Castione in festa, e c'è anche il presidente Cassis

ARBEDO-CASTIONEArbedo-Castione in festa, e c'è anche il presidente Cassis

03.09.22 - 17:09
Il comune celebra i 200 anni dall'aggregazione tra Arbedo e Castione e i 600 anni dalla Battaglia di Arbedo.
Tipress
Arbedo-Castione in festa, e c'è anche il presidente Cassis
Il comune celebra i 200 anni dall'aggregazione tra Arbedo e Castione e i 600 anni dalla Battaglia di Arbedo.

ARBEDO-CASTIONE - Sono passati 600 anni dalla leggendaria battaglia di Arbedo, che vide scontrarsi l'esercito del Ducato di Milano e le forze confederate. E oltre 200 dall'aggregazione in un unico comune di Arbedo e Castione.

Per ricordare questi importanti anniversari, questo weekend nel borgo è tempo di festeggiamenti. E tra momenti culturali, attività sportive e la rievocazione della battaglia, è stato presente anche il Presidente della Confederazione Ignazio Cassis. 

«Eccoci qui a fare un salto nel passato lungo 600 anni», ha esordito Cassis nel suo discorso. «Cronache e leggende, più o meno verosimili, sembrano voler ricordare che il Sud delle Alpi è stato ambìto da tutti e difeso con l’aiuto di tutti. “C’ero anch’io!” sembrano gridarci dal passato svizzeri e svizzere. La battaglia di Arbedo ci racconta dunque molto sul nostro Paese com’è oggi: definito dalla sua pluralità di culture e idee, ma anche dalla partecipazione di ogni cittadina e ogni cittadino alla costruzione della nostra storia». 

«Negli anni abbiamo fatto più volte dato prova di coesione. Le montagne che all’epoca della battaglia di Arbedo rappresentavano un ostacolo oggi sono un punto di collegamento, tra la Svizzera italiana e il resto del Paese, e tra la Svizzera e il resto dell’Europa. Abbiamo saputo traforare il massiccio alpino e costruire gallerie da record. In 600 anni di storia abbiamo sicuramente imparato che quando facciamo le cose insieme, possiamo eccellere. E non abbiamo smesso di vivere le nostre battaglie».

«Dizionario alla mano, la parola “battaglia” oggi la intendiamo – per fortuna – nel suo senso figurato, ovvero “un contrasto vivace di opinioni diverse”. Non asteniamoci mai da questo vivace contrasto. Difendiamo la pluralità di lingue, culture e opinioni che, ieri come oggi, caratterizza il nostro Paese. Ma che oggi, più di ieri, abbiamo imparato a vivere come un punto di forza».

«Abbiamo alle nostre spalle mesi, anzi anni, difficili. Abbiamo affrontato insieme una pandemia e ancora dobbiamo essere vigili. Abbiamo visto la guerra tornare sul territorio europeo. Riscopriamo allora valori fondamentali come la libertà, la democrazia o la neutralità. Una neutralità che si compone anche di solidarietà e cooperazione».

«Salvaguardiamo la nostra pluralità, continuando a farla vivere. Non servono armi per farlo. Qualche leggenda, invece, può essere utile».

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