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CANTONESeccano prati e campi e muoiono i guadagni

15.07.22 - 06:30
Giardinieri che non lavorano e settore agricolo in sofferenza. Tutta colpa di questa folle meteo
tipress (archivio)
Seccano prati e campi e muoiono i guadagni
Giardinieri che non lavorano e settore agricolo in sofferenza. Tutta colpa di questa folle meteo
Il presidente dell'Unione contadini ticinesi, Omar Pedrini: «Dovrebbero essere riviste le misure relative all'utilizzo dell'acqua. L'agricoltura dovrebbe avere la precedenza»

MENDRISIO - La pioggia e il refrigerio che ne consegue appaiono come oasi nel deserto, alla stregua di un miraggio. All’orizzonte si scorge solo calura, che nei prossimi giorni si farà ancora più insistente, tanto da spingere Meteo Svizzera a diramare l’ennesima allerta. 

Le conseguenze del caldo e della persistente siccità sono lì da vedere: laghi con livelli pericolosamente bassi e comuni costretti a centellinare l'acqua sono solo alcuni dei problemi. A soffrire, ovviamente, è anche il verde. E chi di esso si occupa. 

«I prati seccano e noi non lavoriamo» - «La situazione è critica, molte piante vanno in sofferenza e a queste condizioni c'è poco da fare. Alcune seccano e muoiono», spiega Luigi Tallarico, giardiniere del Mendrisiotto. Questa situazione rappresenta un vero e proprio stallo per chi opera nel suo settore: «Noi che facciamo manutenzione ci troviamo quasi senza lavoro. L'erba non cresce e se prima ci occupavamo del taglio settimanale adesso ci troviamo con le mani in mano». A tal proposito Tallarico non manca di dispensare un prezioso consiglio a chi invece il prato lo cura da sé: «Evitate tagli troppo incisivi o brucerà tutto». 

Dell'amarezza si percepisce anche nelle parole di un altro giardiniere del Mendrisotto, che preferisce restare anonimo: «La situazione è critica non da quest'anno, sta solo peggiorando». Tanto da modificare, a suo dire, il paesaggio circostante. «La manutenzione del verde ha un costo, che si fa sempre più alto. Le aree verdi private da gestire vanno sparendo. Là dove c'era una siepe ora c'è una rete. I prati? Se non si permette di irrigarli seccano. E le piante muoiono, senza che nessuno le sostituisca. La verità è che tutti si dicono verdi, fino a quando non c'è da spendere. Poi il discorso cambia». 

«Senza pioggia fioriture scarse» - Nei grandi parchi ticinesi la situazione sembra meno preoccupante. «Abbiamo dei pozzi e godiamo della vicinanza al lago. Possiamo così irrigare tutti i giorni nessun problema, ovviamente con parsimonia», ci tengono a precisare dal Parco Scherrer di Morcote. 

Non sta soffrendo particolarmente nemmeno il Parco San Grato, a Carona: «Per ora non abbiamo riscontrato problemi rilevanti per l'irrigazione», ci spiegano. Anche qui il risparmio idrico è comunque rilevante: «Al momento - sottolineano - stiamo annaffiando solo le nuove piante e a mano, con un innaffiatoio o il tubo, goccia a goccia. Oltre ad attingere dall'acquedotto di Carona, usufruiamo anche di un bacino di raccolta situato sopra il parco le cui acque provengono direttamente dal lago di Lugano». 

Il particolare contesto porta comunque qualche controindicazione: «Non stiamo annaffiando i prati, ed è ovvio che così facendo l'erba secca. Ma con le prime piogge tornerà verde». A lungo termine, questa persistente siccità potrebbe avere altre ripercussioni: «La speranza è che questa situazione non duri troppo, o l'anno prossimo potrebbero risentirne le fioriture del nostro bellissimo parco».

«Gli agricoltori vedono bruciare il loro lavoro» - Vi è infine chi la terra la lavora per mangiare. Anche qui, non tutti sono felici di brindare a questa estate straordinaria. «Fatto salvo per qualche alpeggio con difficoltà di approvvigionamento idrico, per la crescita del foraggio le cose stanno andando abbastanza bene - spiega il presidente dell'Unione contadini ticinesi (Uct) Omar Pedrini -. Tuttavia c'è un attore con grosse difficoltà: il Mendrisiotto». 

La regione sta vivendo un momento difficile legato al divieto di attingere ai pozzi per irrigare. «Credo che dovrebbero essere riviste le misure relative all'utilizzo dell'acqua. L'agricoltura dovrebbe avere la precedenza su altre attività», prosegue Pedrini. 

Nel frattempo, le piante muoiono. La previsione del presidente dell’Uct: «Ci sarà un raccolto ridotto. I settori più colpiti saranno sicuramente la campicoltura, l'orticoltura e in parte anche la viticoltura. Fino a quando hanno potuto bagnare hanno dovuto sostenere costi maggiori legati all'irrigazione. Ora rischiano di vedere bruciato, letteralmente, il loro lavoro».

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