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CANTONEPeriodo "siccitoso" anche per l'edilizia: «Non si escludono tagli»

12.07.22 - 22:31
Pochi i contratti e molte le spese. Nicola Bagnovini: «Si sta tagliando sugli investimenti, ma questa scelta si pagherà»
tipress
Periodo "siccitoso" anche per l'edilizia: «Non si escludono tagli»
Pochi i contratti e molte le spese. Nicola Bagnovini: «Si sta tagliando sugli investimenti, ma questa scelta si pagherà»

LUGANO - Il mercato dell'edilizia abitativa sta cambiando. E «in peggio», stando al direttore della Società impresari e costruttori (SIC) Nicola Bagnovini, interpellato da Radio Ticino durante il programma "A2 News".

Il motivo? «Le riserve di lavoro si stanno affievolendo e c'è quindi una corsa al ribasso per accaparrarsi i lavori». Ciò significa preoccupazione da parte delle imprese, soprattutto in previsione dell'autunno-inverno. E forse anche tagli, se la situazione non dovesse migliorare.

«Non si possono escludere licenziamenti - ammette Bagnovini -. In particolare sono le aziende di grosse dimensioni a far fatica nel ricucire le riserve di lavoro consumate in questi mesi». Complice la meteo, d'altra parte, in questi mesi si è potuto procedere spediti. Tanto che è giunto il momento di attingere a nuove fonti. «Tuttavia il pubblico ci sta lasciando soli. Soprattutto i comuni di piccole dimensioni, sia per paura, timore o incertezza, stanno riducendo gli investimenti. L'unico settore che tira ancora abbastanza bene è quello della pavimentazione stradale, che sta usufruendo dei grossi appalti relativi al rifacimento dello strato fonoassorbente».

In questa "siccità d'incarichi" sembra esserci lo zampino del decreto Morisoli. «Ci sta mettendo in grosse difficoltà. L'obiettivo di pareggiare i conti entro il 2025, oltretutto in un periodo elettorale, spinge i politici a chiedere sempre più giustificazioni in caso d'investimento. Ma tagliare sugli investimenti è sbagliato, anche se sembra la soluzione più. Il falso risparmio si pagherà con gli interessi nel medio termine».

A pesare c'è pure l'aumento dei costi (elettricità, carburante e materiali), fino ad ora in gran parte sulle spalle delle imprese. «Tanti costruttori se li stanno addossando, basti guardare il livello d'inflazione che da noi è del 2/3% contro l'8% altrove - prosegue Bagnovini -. Il grosso problema sta nei margini di guadagno, piuttosto esigui. Rimane sempre meno per poter investire e formare il personale. La situazione non è ottimale per gli imprenditori. Si spera nelle prossime settimane, tramite i grossi appalti, di poter fornire almeno un'occupazione alle grosse imprese in modo che lascino il mercato dei piccoli lavori alle piccole e medie imprese. Ne hanno bisogno per continuare la loro attività. Altrimenti sarà inevitabile ridurre gli effettivi».

Il futuro del settore, per il direttore della SIC, è «nella ristrutturazione e nel cercare di risolvere il problema energetico degli edifici». «Peccato che il nostro settore abbia margini interessanti sulle nuove costruzioni, mentre sulle ristrutturazioni non va altrettanto bene» conclude.

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COMMENTI
 

F/A-19 1 anno fa su tio
Praticamente stiamo raschiando il fondo del barile, siamo alla frutta e vanno ancora restituiti i fondi covid, prevedo una marea di fallimenti.
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