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VALLE BAVONA«In Ticino non succederà»

05.07.22 - 06:30
Il meteorologo in pensione Kappenberger è preoccupato per il ghiacciaio del Basodino. E si sbilancia in previsioni
tipress
Kappenberger sul ghiacciaio del Basodino, impegnato in una misurazione
Kappenberger sul ghiacciaio del Basodino, impegnato in una misurazione
«In Ticino non succederà»
Il meteorologo in pensione Kappenberger è preoccupato per il ghiacciaio del Basodino. E si sbilancia in previsioni
Dopo il disastro della Marmolada occhi puntati sui nevai in ritirata. L'esperto: «Il caldo non dà scampo, avremo altre sorprese»

BIGNASCO - Giovanni Kappenberger salirà dopodomani a visitare il Basodino. Ne parla come di una persona: un vecchio amico che non se la passa bene e a cui, per essere franchi, restano pochi anni di vita. «Dieci, venti al massimo» dice. «Il riscaldamento globale non dà scampo e gli effetti sono già visibili».

Sulla vetta della Valle Bavona il glaciologo 74enne porterà con sé notizie della Marmolada: sette morti, dieci feriti e tredici dispersi il bilancio della tragedia (aggiornato a lunedì). Il caldo che ha causato l'enorme frana in Trentino è un buon motivo per monitorare anche l'unico ghiacciaio ticinese, cosa che Kappenberger fa di regola «cinque o sei volte all'anno». 

E come sta?
«È agonizzante, non diversamente dalla Marmolada. L'arretramento è purtroppo sotto i nostri occhi da anni, e la canicola di queste settimane non avrà migliorato le cose».

Quello che è successo in Trentino potrebbe ripetersi in Ticino?
«Direi di no. Il ghiacciaio del Basodino non è ripido come la Marmolada, e nemmeno quello dell'Adula. Ma se il crollo violento si può escludere i processi in atto sono gli stessi». 

Ossia?
«Il caldo fa colare acqua nello strato profondo del ghiacciaio, dove le temperature sono sotto zero. Si genera una forte pressione che fa staccare il seracco. La stessa cosa è successa nel 1902 a Kandersteg nell'Oberland bernese».

Cose già viste quindi. 
«Avvenne a quota più bassa, e non ci furono vittime. Con il surriscaldamento globale c'è stata una forte accelerazione: gli episodi si verificano più in alto e più di frequente. A maggio sul Gran Combin, nel Vallese, un seracco ha causato due morti».

Il turismo dei ghiacciai diventa più pericoloso. 
«Le escursioni sono senz'altro da evitare nei periodi più caldi». 

Lei però tornerà a salire al Basodino.
«Le temperature dovrebbero calare. In ogni caso la salita al ghiacciaio, che è molto praticata dagli escursionisti, segue un percorso abbastanza sicuro». 

Lei ha iniziato la carriera negli anni '70: avrebbe mai immaginato una situazione simile?
«Per niente. All'epoca i ghiacci erano in avanzata. Ora ho 73 anni ed è probabile che vedrò la fine del Basodino, chissà: ho imparato a convivere con questa idea. I ghiacciai ci dicono qualcosa sui cambiamenti in atto, ma ce lo dicono molto lentamente»

Non quello della Marmolada. 
«I cambiamenti in realtà sono molto veloci. In futuro probabilmente avremo altre sorprese come questa». 

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