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«Il cibo da distribuire è quasi finito, siamo in difficoltà»

BIOGGIO«Il cibo da distribuire è quasi finito, siamo in difficoltà»

21.04.22 - 08:44
L'associazione Garage 18, che si occupa di profughi ucraini, lancia l'allarme: «Aiutateci». Il video.
Foto di Davide Giordano
Gideon Bough col figlio Danny e la collaboratrice Micaela Vergari.
Gideon Bough col figlio Danny e la collaboratrice Micaela Vergari.
«Il cibo da distribuire è quasi finito, siamo in difficoltà»
L'associazione Garage 18, che si occupa di profughi ucraini, lancia l'allarme: «Aiutateci». Il video.
Il presidente Gideon Bough: «La solidarietà sembra essersi arenata. E intanto qui continua ad arrivare gente bisognosa. Qualcuno forse ha pensato che gli ucraini sono tutti benestanti...»

BIOGGIO - «Il cibo sta quasi per finire. Non sappiamo più bene cosa fare con le persone che stanno arrivando e ci chiedono cosa abbiamo da mangiare». Micaela Vergari è una collaboratrice dell'associazione Garage 18, in prima linea nel distribuire beni di prima necessità ai molti profughi ucraini giunti nella Svizzera italiana. La incontriamo presso il magazzino di Bioggio, dove ogni giorno arrivano decine di persone bisognose. «Guardate gli scaffali – sospira –. Sono praticamente vuoti. Urgono cibi a lunga conservazione». 

«Sempre più richieste» – Garage 18 è una delle associazioni più attive nel distribuire cibo, materiale per l'igiene e vestiti ai profughi ucraini. Secondo il presidente Gideon Bough le richieste crescono di giorno in giorno. «Non so perché, ma vedo che li mandano tutti da noi. Arrivano ucraini da tutto il Ticino adesso e anche dal Moesano. Il problema è che se all'inizio il nostro magazzino era pieno di scorte alimentari, ora è rimasto davvero poco. La solidarietà delle prime settimane sembra essersi arenata. Ma allo stesso tempo sono sempre di più le persone che hanno bisogno».

Scaffali vuoti – Il video realizzato da Tio/20Minuti nel magazzino di Bioggio evidenzia il problema. Con decine di donne o bambini che arrivano tramite i furgoni della protezione civile o in auto private. E con gli scaffali del cibo miseramente vuoti. «Purtroppo – riprende Bough – la gente si è fatta anche una determinata idea degli ucraini. Si è sparsa la voce che siano tutti benestanti. Non è assolutamente così. Ve lo dico io che sono sposato con una donna ucraina e che conosco bene questa realtà». 

«Ceto medio-basso» – Il presidente di Garage 18 vuole fare chiarezza su un aspetto: «Ci sarà sicuramente chi ha una bella macchina, non lo metto in dubbio. Ma la maggior parte di queste persone appartiene al ceto medio-basso. Il fatto che siano istruite non significa che abbiano tanti soldi. Un medico d'ospedale in Ucraina, ad esempio, guadagna circa 350-400 dollari al mese. Sfido chiunque a stare a galla con stipendi così. Già in Ucraina, figuriamoci in Svizzera». 

«Cerchiamo un nuovo spazio» – Infine un altro appello, rivolto all'autunno. Nella consapevolezza che l'emergenza potrebbe continuare. «Ad agosto dovremo lasciare questo magazzino. Se qualcuno dovesse avere a disposizione uno spazio del genere ce lo faccia sapere. In questo modo potremo continuare ad aiutare». 

Per prendere contatto con Garage 18 scrivere a associazionegarage18@gmail.com

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