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CANTONE«Colpo durissimo, ci sentiamo devastate»

14.04.22 - 20:10
Il Lugano calcio femminile abbandona di colpo la serie A. Tutta l'amarezza della capitana Sara Tonelli.
Ti-Press (archivio)
«Colpo durissimo, ci sentiamo devastate»
Il Lugano calcio femminile abbandona di colpo la serie A. Tutta l'amarezza della capitana Sara Tonelli.
Lo sfogo della 21enne: «Ci aspettavamo più rispetto. È una sconfitta per tutto il Ticino. Mentre nel mondo il movimento si evolve, noi andiamo indietro». 

LUGANO - Dalla serie A alla “formazione”. Il Lugano calcio femminile svanisce come neve al sole. Di colpo. Alla base della decisione, l'impegno economico eccessivamente oneroso, la mancanza di giocatrici del posto e dunque anche l'impossibilità di iscrivere una squadra under 19 ai campionati. Spiegazioni che non piacciono a Sara Tonelli, 21 anni, capitana della squadra.

Qual è lo stato d’animo dello spogliatoio?
«Noi ragazze siamo devastate da questa scelta. Ci aspettavamo più rispetto. È una sconfitta per tutto il Ticino calcistico».  

Eppure i vertici bianconeri sono stati chiari. Meglio ripartire dal basso, creando col tempo una squadra di giocatrici del posto piuttosto che "mantenere in vita artificialmente" una squadra composta prevalentemente da giocatrici straniere che necessitano di un contratto e di un permesso di lavoro...
«Ma nelle categorie minori le giocatrici valide ticinesi ci sono già. Basterebbe andare a scovarle in prima o seconda lega. Magari con loro non vinceremmo il campionato, ma riusciremmo comunque a sopravvivere. Si lotterebbe per la salvezza e a quel punto si potrebbe portare avanti anche il discorso della formazione. Questo senza nulla togliere alle nostre straniere, che sono meravigliose».

Non si prenderà questa via...
«Ripeto, sapevamo che c'era qualche problema finanziario, ma quanto ci è stato comunicato martedì sera è stato come un fulmine a ciel sereno».

Niente playout. Vi restano tre partite. 
«Avremmo accettato la serie B retrocedendo sul campo. O al limite per mancanza di fondi a fine campionato, non "a metà". I playout avremmo voluto disputarli anche pagando di tasca nostra. Tutte ci tenevano. Adesso non si parla neanche più di serie B».

Già. Si fa riferimento alla terza categoria.
«In altre parole non sappiamo nemmeno dove andremo a finire. C'è confusione. Se il Lugano calcio sparisce in questo modo, la squadra faro del Ticino diventa il Gambarogno che milita in prima lega... Diciamo che, con tutto il rispetto per il Gambarogno, per il Ticino sportivo non è una gran bella pubblicità. Mentre nel mondo il calcio femminile evolve, noi andiamo indietro». 

La delusione maggiore da cosa deriva?
«Dal fatto che se si voleva salvare la situazione, si poteva farlo. Non c'è stato l'interesse. Abbiamo avuto un peso solo quando nel 2018 abbiamo giocato la Champions League, per il resto siamo considerate come un gruppo di donne che tira calci a una palla».

Parole dure…
«Rappresentano i miei sentimenti. Nel momento chiave della stagione ci viene praticamente imposto di non giocare. Sportivamente è terribile. Milito in questa squadra da sette anni, i colori bianconeri fanno parte della mia vita. Mi illudevo che al Lugano e al Ticino interessasse avere una squadra femminile di punta. Non è così purtroppo». 

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