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LUGANO «La vodka russa non scorre più e del caviale chiedono l'origine»

13.04.22 - 21:25
In via Nassa la clientela da un po' di tempo si informa sulla provenienza delle uova di storione
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«La vodka russa non scorre più e del caviale chiedono l'origine»
In via Nassa la clientela da un po' di tempo si informa sulla provenienza delle uova di storione
La guerra ha un impatto anche sulla gola. Ma lo stop alle ghiottonerie russe appare già oggi aggirabile grazie agli "equivalenti" prodotti importati da altri Paesi

LUGANO - È un embargo che sembra far male solo a chi esporta quello che la Svizzera ha imposto ieri su vodka e caviale di produzione russa. Prodotti di nicchia per consumatori di nicchia che non sembrano molto scossi dal quinto pacchetto europeo di sanzioni che sfiora anche la gola. 

«Da dove arriva?» - Problemi grassi, obietterà qualcuno, con una guerra in corso. Ma è appunto in periodi simili che un bene di lusso può diventarlo ancora di più. Segnali di “gourmand” preveggenti e pronti a fare incetta di distillati russi e uova di storione comunque non se ne sono finora visti in via Nassa a Lugano. Alla Gastronomia Bernasconi, specializzata in queste e altre ghiottonerie, registrano semmai una maggiore sensibilità: «Abbiamo avuto un impatto contrario. Ha subìto un brusco arresto la vendita di vodka, non so dire se sia stata una coincidenza o una forma di protesta» dice il titolare. «Per quanto riguarda invece il caviale noto che c’è un maggiore interesse dei clienti che chiedono qual è la sua provenienza. Non c’è ovviamente solo quello russo. Vendiamo il caviale cinese, italiano e anche svizzero». Una vodka, in particolare, la Beluga (nei suoi diversi tipi), dopo le ottime vendite natalizie, nell’ultimo periodo viene smerciata molto meno. «Certo, come il caviale, non è un prodotto di largo consumo e può subire anche gli sbalzi delle mode. Ora, ad esempio, vanno moltissimo whisky e gin giapponesi. Confermo comunque che una corsa alla vodka russa non ce n’è stata».

«Vendiamo caviale francese» - Tristi e solitarie, «da alcuni anni» precisa il venditore, troneggiano anche due bottiglie di vodka Beluga all’interno della Gastronomia Gabbani in via Pessina. L’embargo sui prodotti di punta russi, qui, passerà inosservato. «Saranno lo 0.0001% di ciò che vendiamo - azzarda il nostro interlocutore -. Il nostro caviale proviene dalla Francia ed eventualmente dalla Cina. Di russo c’è solo la vodka Beluga, che in macelleria non viene venduta e neppure nella vineria ha un grande smercio». 

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