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Le piccole stazioni tremano di fronte all'impennata dei prezzi della benzina

CANTONELe piccole stazioni tremano di fronte all'impennata dei prezzi della benzina

25.02.22 - 06:00
Viaggio dietro le quinte di un settore in difficoltà. Nel video alcuni protagonisti raccontano la loro incertezza.
Foto di Davide Giordano - Tio/20Minuti
Le piccole stazioni tremano di fronte all'impennata dei prezzi della benzina
Viaggio dietro le quinte di un settore in difficoltà. Nel video alcuni protagonisti raccontano la loro incertezza.
Pandemia e crisi tra Russia e Ucraina sono variabili decisive. Paolo Righetti, presidente di Swissoil Ticino, ammette: «C'è molto nervosismo sul mercato internazionale».

BELLINZONA - La ripresa economica "traballante" dopo il buco pandemico. E soprattutto lo scontro armato tra Russia e Ucraina. Due incognite globali pesanti. Così il prezzo del carburante sta salendo a dismisura, come mai era accaduto dopo il 2008. «Ho sentito che il prezzo della benzina potrebbe raggiungere i due franchi al litro, non siamo tranquilli», racconta Katia Ciaburri, co titolare del piccolo distributore Eni di Sementina. 

«La gente ci pensa due volte prima di fare il pieno» – Sì. Questa è una crisi che coinvolge tutti. Ma sono soprattutto i piccoli a tremare e a dovere tirare la cinghia. Paolo Righetti, presidente di Swissoil Ticino, ammette: «C'è molto nervosismo sul mercato internazionale. I dati borsistici degli ultimi mesi sono pieni di sbalzi. La gente ci pensa due volte prima di fare il pieno. Se almeno avessimo la certezza definitiva della fine della pandemia, sarebbe già una gran cosa. Invece si naviga a vista. E così i benzinai sono costretti a sacrificare parte del loro margine di guadagno. In questo modo riescono ancora a tenere un po' basso il prezzo del carburante. Siamo tutti in difficoltà. E c'è anche chi è scoraggiato e teme di dovere chiudere. Le piccole stazioni di servizio magari tremano di più». 

Resta un bene di prima necessità (o quasi) – Pietro Lurati, responsabile del gruppo Euro Service, si occupa di diversi piccoli benzinai nella Svizzera italiana. Tra cui quello di Giubiasco. «È chiaro che siamo preoccupati – ammette –. Il momento non è dei migliori. Però è anche vero che il carburante è un bene di cui la gente ha bisogno». «Effettivamente non possiamo farne a meno», dice Raimondo, 65 anni, cliente alle sue spalle. Barbara Ferrari, responsabile del Garage Ferrari di Bellinzona, con relativo distributore, è battagliera: «Siamo attivi da tre generazioni. Ne abbiamo superate tante di crisi. Supereremo anche questa».  

Ci si prepara anche al peggio – Tra i clienti, come riportato dal video realizzato da Tio/20Minuti, c'è chi si sta già preparando a eventuali scenari catastrofici. «Dovesse accadere il peggio – fa notare Antonio, 37 anni – prenderò un'auto che consuma meno carburante. Per me due franchi al litro sarebbe un costo eccessivo». «Aumenta il prezzo di tutto. Della benzina, del cibo, della cassa malati. Dove andremo a finire...», sospira la 67enne Ida. Raffaele, 54 anni, si è premunito in anticipo. «Ho preso un auto elettrica e a benzina. Se dovesse davvero arrivare una guerra, chissà a quanto salirà il prezzo». 
 

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