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CANTONEFarmacisti in quarantena dopo i test: «Non diamo la colpa ai tamponi»

12.01.22 - 08:02
Due terzi degli addetti ai tamponi di una farmacia del Mendrisiotto sono a casa col Covid.
keystone (archivio)
Farmacisti in quarantena dopo i test: «Non diamo la colpa ai tamponi»
Due terzi degli addetti ai tamponi di una farmacia del Mendrisiotto sono a casa col Covid.
Virus contratto sul posto di lavoro? Secondo il portavoce dell'Ordine dei Farmacisti è improbabile se si adottano le misure necessarie

MENDRISIO - Lavorare dietro il bancone di una farmacia non rende immuni dai mali del mondo. Tutti quei prodotti medicamentosi che circondano lo "speziale" non sono, insomma, uno scudo contro i morbi con cui potrebbe entrare in contatto. 

Ne sanno qualcosa i dipendenti di una farmacia del Mendrisiotto che, come tante realtà in questo periodo, si sono visti decimati da quello stesso virus che cercano di rintracciare con i tamponi. D'altra parte, l'elevato numero di richieste di test rende la figura del farmacista sicuramente molto richiesta, ma anche potenzialmente a rischio. 

Fortunatamente il personale della farmacia in questione è stato "soltanto" dimezzato, lasciando possibile ancora il prosieguo dell'attività. «In questo momento sono a casa in tre, un'altra persona è appena uscita dalla quarantena» spiega - contattata al telefono - una dipendente.

Positivi gli addetti ai tamponi - Di queste tre persone a casa, due sono addette proprio ai tamponi: «Al momento restiamo con una sola addetta operativa ai test. E le richieste non mancano. Ne eseguiamo anche un centinaio al giorno, di più sotto le feste».

Sarà un caso, ma delle quattro persone ammalate, tre non erano vaccinate: «Chi per motivi di salute, chi per scelta». La quarta, invece, era in attesa del booster. E lo sono anche altri dipendenti: «Alcuni di noi devono farlo nei prossimi giorni... Speriamo bene».

«Non è colpa dei centri test» - Le postazioni test sono davvero a rischio per i dipendenti? No, almeno secondo Federico Tamò, portavoce dell'Ordine dei Farmacisti. «Se si rispettano scrupolosamente le norme di igiene il rischio non c’è. Esiste un protocollo preciso da seguire se si vuole che l’operazione sia assolutamente priva di rischi. Personalmente, nei miei punti test per ora ho registrato zero casi di questo tipo. Credo sia più facile prenderlo fuori il Covid, laddove non si hanno guanti, non ci si lava spesso le mani e si hanno contatti ravvicinati, magari senza mascherina», sottolinea Tamò. «Se qualcuno si è ammalato effettuando dei test, forse, non è stato scrupoloso come avrebbe dovuto», conclude.  

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