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Il Ticino dice "no" alle chiusure forzate

CANTONEIl Ticino dice "no" alle chiusure forzate

14.12.21 - 13:18
Il Consiglio di Stato è contrario all'obbligo del telelavoro. Ma favorevole al 2G. Il parere inviato a Berna
tipress
Il Ticino dice "no" alle chiusure forzate
Il Consiglio di Stato è contrario all'obbligo del telelavoro. Ma favorevole al 2G. Il parere inviato a Berna

BELLINZONA - Il governo ticinese opta per una versione "light" del pacchetto di misure anti-Covid proposte da Berna. Nel parere inviato al Consiglio federale - e pubblicato oggi online - il Cantone opta per la cosiddetta versione numero uno, ossia l'introduzione del 2G ma senza chiusure forzate di bar e ristoranti. 

La decisione è stata presa nel corso della seduta di ieri del Consiglio di Stato, e resa pubblica solo oggi. Il Cantone si dice favorevole ad inasprire le misure in vigore «in modo tempestivo» per «scongiurare chiusure più radicali». Sottolinea però «importanti differenze regionali» nella situazione sanitaria, e chiede che se ne tenga conto. 

“No” al telelavoro - Per quanto riguarda le singole misure, il Ticino si pronuncia contro l'obbligo del telelavoro, perché «la raccomandazione raggiunge già effetti analoghi» si legge nelle motivazioni. "Bocciate" anche la didattica a distanza nelle scuole e nelle università - «causa problemi agli studenti» - e le restrizioni agli incontri privati al chiuso (il famoso limite di 10 persone). «L'accertamento - si legge - risulta non effettuabile e sarebbe sproporzionato».

Per quanto riguarda le attività commerciali, la ristorazione e gli eventi, il Ticino vota per un giro di vite leggero, con l'obbligo del 2G - ingresso consentito solo a vaccinati e guariti - anche laddove non è previsto il porto della mascherina, come in bar e ristoranti. Il lockdown parziale delle attività ristorative, come anche delle discoteche, è quindi ritenuto eccessivo dal Cantone, come pure l'obbligo del tampone anche per vaccinati e guariti (il 2G "plus"). 

La mascherina a scuola - Sul fronte delle scuole, il Cantone è favorevole all'obbligo di mascherina nelle medie ed elementari. «Ma non tramite un intervento federale» perché di fatto la misura è stata già applicata da quasi tutti i cantoni (in Ticino dalla quarta elementare).

Un solo test alla frontiera - Per quanto riguarda le restrizioni alla frontiera (attualmente per l’ingresso in Svizzera è richiesto a tutti un test PCR negativo, e un secondo test tra il quarto e il settimo giorno dopo l’arrivo), il Consiglio di Stato ritiene che per le persone vaccinate e guarite la misura andrebbe limitata a un solo test. Si tratterebbe così di un regime 2G “plus” «che dovrebbe rappresentare lo standard massimo di sicurezza possibile».

E non solo: il Cantone ritiene anche che l’ingresso in Svizzera debba essere consentito anche soltanto con un test rapido negativo (e quindi non per forza PCR, che è più costoso). «La regolamentazione svizzera ha sempre considerato equivalenti i due tipi di test, salvo che per la durata» spiega il governo, ricordando che di recente quella dell’esame rapido è stata ridotta a ventiquattro ore.

Test gratuiti per il certificato - Il Cantone si è espresso anche sulla strategia nazionale di test dopo le decisioni delle Camere federali. E si dice favorevole all’assunzione dei costi per determinati test, così come proposto dalla Confederazione. In sostanza la gratuità per i test necessari per il rilascio di un certificato Covid, e per i test antigenici rapidi e i test PCR salivari aggregati. Ma non per i test PCR individuali, autodiagnostici e anticorpali eseguiti senza indicazione medica o epidemiologica.

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